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Cronaca

Il Comune e l'Inps non dialogano e le famiglie rischiano di perdere il bonus asilo nido...Occorre affrettarsi

Il beneficio consiste in un rimborso mensile delle rette dell’asilo nido (dal 2019 sarà fino a 1500 euro in un anno, mentre prima era di 1000 euro l’anno)

Ci scrive una lettrice, segnalandoci una questione di interesse generale: “L’Inps da qualche tempo eroga un bonus asilo nido (https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=51105), diverso dal bonus bebè con cui molti lo confondono, che spetta a tutti, indipendentemente dall’Isee. Il beneficio consiste in un rimborso mensile delle rette dell’asilo nido (dal 2019 sarà fino a 1500 euro in un anno, mentre prima era di 1000 euro l’anno). Per aggiudicarselo, bisogna presentare domanda all’Inps e poi allegare le ricevute di pagamento delle rette dei vari mesi. Io ho fatto domanda per i mesi settembre, ottobre, novembre e dicembre del 2018 (per il 2019 ho fatto una nuova domanda perché il bonus va ad anno solare)”. Aggiunge: “La mia domanda è stata accolta ed ho allegato le ricevute di pagamento (viene fornita come opzione anche il pagoPA con l’home banking). Il mese di settembre mi è stato rimborsato
velocemente, poi non ho ricevuto più nulla”.

E allora?
“Mi sono venuti dei dubbi e ho fatto un sollecito all’Inps. L’Istituto mi ha risposto che la documentazione allegata non era valida in quanto gli allegati dovevano indicare tutta una serie di dati (nonostante la documentazione di settembre fosse analoga e l’importo mi fosse stato rimborsato): codice fiscale del bambino e del genitore che sostiene il pagamento della retta, denominazione dell’asilo nido e partita iva, mese di riferimento ed estremi del pagamento. Tutti questi dati insieme non sono presenti nella ricevuta di pagamento pagoPA e nemmeno nelle fatture Che arrivano per posta a casa da parte del Comune (dove manca il codice fiscale del bambino)”.
Dunque, come si è mossa? “Dal confronto con un genitore che lavora anche presso un patronato, è venuto fuori che lui allega i documenti che il Comune manda per posta, più la ricevuta del pagoPA, ma per molti altri genitori questi documenti non sono stati comunque accettati (come confermatomi dalle dipendenti del Comune – ufficio asili nido). Mi sono attivata e ho chiesto all’ufficio asili nido del Comune di Perugia un’attestazione dei pagamenti effettuati che contenesse tutti i dati richiesti dall’Inps. Ho allegato tale attestazione e pochi giorni fa mi è arrivata la comunicazione da parte dell’Inps che anche quell’attestazione non andava bene”.
Ma allora sbaglia in Comune? Ci sono incongruenze anche nel comportamento dell’Inps? Perché ad alcuni rimborsano e ad altri no, malgrado la documentazione sia la stessa? Si fanno dunque figli e figliastri?
“E come! Sono dovuta personalmente andare all’Inps per far sbloccare la situazione e non mi hanno saputo spiegare perché per alcuni genitori sono stati accettati gli allegati che il Comune manda per posta, per altri no. Per altri genitori ancora è stata accettata l’attestazione successivamente richiesta al Comune, per altri (come me) no. Ci sono diverse incongruenze nell’operato dell’Inps”.

Sembra la Repubblica delle banane. Ma i genitori che ci rimettono non si sono accorti di niente? Altri genitori sono nella mia stessa situazione: vari genitori nello stesso asilo di mio figlio, ma sicuramente molti altri, come mi hanno detto anche le dipendenti del Comune (che si sono ritrovate ad affrontare moltissime chiamate e richieste di attestazioni come le mie).

I genitori sono stati avvertiti? “Altri genitori, probabilmente, non si sono nemmeno accorti di questo problema nei pagamenti dei rimborsi 2018”.
Adesso, che fare? “Occorre affrettarsi. Per allegare la documentazione corretta per le mensilità 2018 c’è tempo solo fino al 1° aprile 2019. Desidero che i genitori vengano avvisati cosicché possano verificare i loro allegati e lo stato dei loro rimborsi prima del 1° aprile”.
Sembra quasi un pesce d’aprile
“Un buon servizio alla comunità sarebbe stato, da parte del Comune (che da tempo è a conoscenza di questa problematica), avvisare con una mail o con una lettera, tutti i genitori che hanno figlI iscritti ai nidi comunali, ma non è stato fatto. In fondo, era il Comune ad essere in difetto: inviava ai genitori documenti dove mancavano dei dati che l’Inps richiedeva”.   
Conclusione
“Pare che dal mese di Aprile 2019 il comune adeguerà alle richieste di dati dell’Inps i documenti che invia a casa ai genitori. Ma come faremo per gli allegati dei mesi di gennaio, febbraio e marzo?”.
Insomma c’è rischio di perdere qualche mensilità?
“L’importante è attivarsi e presentare le domande in tempo utile. Poi qualcuno dovrà risponderne”.
Ed è questo il consiglio fornito, dall’Inviato Cittadino, ai genitori che ci leggono e per i quali
ricorrono le condizioni qui espresse.

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