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Cronaca

Così riducevano le aziende all’osso e le svuotavano: giudizio immediato per un imprenditore e un commercialista

Per entrambi ( finiti nei guai  insieme ad altri indagati per cui si procede separatamente) le accuse vanno dalla bancarotta per distrazione alla bancarotta documentale fino all’emissione di fatture per operazioni inesistenti

Saranno processati con giudizio immediato, un commercialista e un imprenditore umbri entrambi finiti nel mirino della Guardia di Finanza e della procura. Per entrambi ( finiti nei guai  insieme ad altri sei indagati per cui si procede separatamente) le accuse vanno dalla bancarotta per distrazione alla bancarotta documentale fino all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il “giochino” – secondo le indagini delle Fiamme Gialle – verteva intorno all’individuazione di società in grave crisi finanziaria e con debiti verso fornitori e l’Erario, da “svuotare” e condurre al fallimento prive di attivo.

Ai due viene contestato un ruolo “apicale” nella gestione delle aziende che indirettamente, o per interposta persona, ne avrebbero acquisito le quote e la rappresentanza.  Nella richiesta di giudizio immediato formulata dal pm Manuela Comodi i due imputati avrebbero distratto anche alcuni beni a una società del Trasimeno, in particolare di un terreno e di un opificio,  poi sequestrati.

Tra le contestazioni mosse ai due professionisti, anche quella di aver “occultato” i libri e le scritture contabili in modo tale da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, “omettendo l’aggiornamento della contabilità e con annotazioni non veritiere riguardanti sopravvenienze passive, azzeravano il bilancio societario di un’azienda (nella quale ricoprivano  il ruolo di socio amministratore e commercialista)  tentando così di provare, in sede di udienza prefallimentare, l’inattività della società”. Inoltre avrebbero  emesso fatture inesistenti per consentire alle società l’evasione di imposte sui redditi per migliaia di euro, distruggendo anche i libri contabili per non permettere la ricostruzione del volume d’affari dell’azienda.

Per i due professionisti gli arresti domiciliari scattarono lo scorso agosto quando i finanzieri gli notificarono la misura cautelare. Tornati liberi nei mesi scorsi, saranno processati con giudizio immediato il prossimo 4 dicembre dinanzi ai giudici del primo collegio del tribunale di Perugia.

"Si conta - scriveva la Finanza - che l’imprenditore abbia assunto, nel tempo, cariche di amministrazione in 22 società e partecipazioni in 14 imprese, dislocate in Umbria, Lazio ed Emilia Romagna, a fronte di una capacità economica e reddituale personale del tutto inadeguata".

Gli imputati sono difesi dagli avvovati Francesco Falcinelli, Luigi Luccarini e Francesco Paolieri.

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