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Cronaca Città di Castello

Città di Castello, maestra accusata di pedofilia da lettere e telefonate anonime

Con lettere e telefonate anonime una maestra è stata perseguitata per mesi da un pensionato della provincia di Arezzo che accusava ingiustamente la donna di essere una pedofila

Un vero e proprio incubo per un'insegnante di Città di Castello, che per mesi è stata perseguitata da un pensionato della provincia di Arezzo che la accusava di pedofilia.

Lettere e telefonate anonime- L'uomo, a causa di vecchi rancori di natura personale, che nulla hanno a che fare con l’ambito sentimentale, al solo fine di gettare discredito sulla maestra, tra l’altro molto stimata da colleghi e genitori, ha iniziato ad inviare numerose lettere anonime, alcune delle quali riportanti timbri ed intestazioni di uffici pubblici, con le quali venivano informate Forze dell’Ordine e dirigenti scolastici circa il coinvolgimento dell’insegnante in episodi di pedofilia.

Le telefonate ai genitori dei bambini- Non contento, qualificandosi quale Magistrato del Tribunale per i Minorenni, Maresciallo dei Carabinieri, dirigente scolastico ecc., l’uomo avrebbe inoltre effettuato decine di telefonate ai genitori degli alunni che frequentano l’istituto scolastico dove presta servizio la donna mettendoli in guardia dal pericolo cui andavano incontro i minori se avessero continuato a frequentare quell’istituto. Altre telefonate, sempre dello stesso tenore, sono giunte anche a commercianti della zona.

L'inizio delle indagini- Comprensibile la preoccupazione che le telefonate hanno suscitato in particolar modo tra le famiglie dei bambini e a questo punto, la maestra ed il dirigente scolastico si sono rivolti alla Stazione Carabinieri Città di Castello (comandata dal Luogotenente Capalti) che,  dopo aver raccolto la denuncia, ha avviato serrate indagini per risalire all’autore delle telefonate e dell’invio delle lettere.

Sia i militari che i responsabili della scuola hanno effettuato numerosi colloqui con genitori e persone venute a conoscenza della vicenda al fine di far comprendere loro che si trattava di accuse diffamatorie ed infondate. L’insegnante vittima di questa vera e propria persecuzione è stata costretta, per un certo periodo, ad assentarsi dalle lezioni a causa del forte stress psicologico e del clima di sospetto.

Colto sul fatto- Dopo circa un mese di incessanti indagini, svolte anche mediante numerosi e prolungati servizi di osservazione e pedinamenti, i Carabinieri sono riusciti a cogliere sul fatto il pensionato mentre, da una cabina telefonica della provincia di Arezzo, stava effettuando l’ennesima telefonata.

La denuncia- La perquisizione della sua abitazione ha consentito di raccogliere ulteriori, importanti ed inequivocabili elementi probatori a suo carico. Il pensionato è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per una lunga serie di reati quali atti persecutori, sostituzione di persona, procurato allarme e diffusione di notizie false atte a turbare l’ordine pubblico.

I Carabinieri tengono a precisare che le indagini hanno inequivocabilmente dimostrato l’assoluta estraneità della maestra in episodi di pedofilia e che tutte le accuse e le insinuazioni formulate a carico della donna, sotto falso nome, mediante scritti e telefonate, sono risultate prive di qualunque fondamento.    


 

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