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Cronaca

Troppo malato per il carcere, chiede la libertà dopo il più grande saccheggio di libri antichi della storia

Ricorso al tribunale della Soerveglianza di De Caro, condannato a 9 anni per i volumi spariti dalla Girolamini di Napoli, dalla Angelo Mai di Orvieto e dalla biblioteca di San Filippo Neri di Perugia

Le condizioni di salute di Marino Massimo De Caro non è compatibile con la detenzione. Per questo motivo ha avanzato, tramite l’avvocato Cristina Zinci, un’istanza al tribunale di Sorveglianza di Perugia per poter scontare la parte residua di pena ai domiciliari.

Marino Massimo De Caro è stato condannato per una delle più grandi razzie del patrimonio librario antico italiano dai tempi in cui esisteva ancora il diritto di saccheggio.

Un patrimonio di libri antichi depredato, venduto a collezioni private e pubbliche in Italia, sparpagliato negli Stati Uniti, in Argentina e in Germania. Solo per citare alcuni esempi: un “Kalendarium” in pergamena dell’astronomo Regiomontano, stampato a Venezia nel 1476 e finito con altre sei opere di analogo valore nella parigina Librairie Thomas-Scheler, oppure il manoscritto del XIII secolo “De re medica” del chirurgo Guglielmo da Saliceto, acquistato per 110mila euro da un collezionista svizzero. Oltre 4mila volumi portati via dalla Biblioteca dei Girolamini di Napoli, dalla Biblioteca nazionale di Napoli (da cui sparisce una prima stampa del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei del 1610), dalla biblioteca di Montecassino, poi ancora sono spariti volumi antichi dall’Istituto Provolo, dalla Biblioteca capitolare di Verona, dalla Biblioteca dei Cappuccini di Fermo, dalla Angelo Mai di Orvieto, dalla biblioteca di San Filippo Neri di Perugia e da quella dei Padri Scolopi, a Firenze.

La prima condanna a carico del De Caro è per la sottrazione di 2292 volumi dalla Biblioteca Statale dei Girolamini di Napoli. La seconda per furto aggravato di volumi e opere del XVI e XVII secolo dalla Biblioteca Fondazione Osservatorio Ximeniano di Firenze. Poi si aggiungono i furti riferiti in precedenza, per una pena che arriva quasi a dieci anni. Parte scontati ai domiciliari (o in ospedale) e parte in carcere. Adesso la richiesta, per motivi di salute, di lasciare l’istituto penitenzario.

Il legame dei furti di libri antichi con Perugia è stato scoperto da un ricercatore universitario perugino che mentre passeggiava per una via di Napoli tra negozi antiquari e di libri antichi si è imbattuto in un volume che avrebbe dovuto trovarsi nella biblioteca di una chiesa perugina. Lo sa bene perché lo doveva consultare da tempo, ma ogni volta c'era stato qualche piccolo intoppo e non aveva potuto prendere in mano il volume.

Una scoperta che si è subito intrecciata con l'indagine sui volumi trafugati alla biblioteca dei Girolamini di Napoli e che ha portato in cella Massimo Marino De Caro, l’ex direttore; il quale davanti al gip napoletano aveva detto: “era molto facile portare via i libri dai Girolamini, ma anche da altre biblioteche, come consigliere del ministro, a Napoli, a Perugia, a Verona e a Barcellona”. Il libro rinvenuto sulla bancarella ha provocato una serie di ritrovamenti di volumi usciti dalle sale di lettura e finiti su bancarelle e scaffali di antiquari e di accertamenti di sparizioni sempre dalla stessa biblioteca perugina.

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