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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Sant'Egidio

Biogas a Sant'Egidio, nessun passo indietro: "Progetto utile per tutti"

Dopo le proteste, le assemblee infuocate e i comitati, l'assessore Cardinali non cambia idea sul progetto: "Non potrà che determinare un miglioramento della situazione in loco"

Chi sperava tra gli aderenti del comitato civico contro l'impianto di Biogas a Sant'Egidio - che ora fa parte del cordinamento Terre Nostre Umbria - che le assemblee, le proteste e anche i forti contrasti politici potessero indurre l'amministrazione comunale e la Regione a cambiare registro sia sul progetto che sui parametri dei regolamenti umbri per queste centrali, dovrà ancora una volta ricredersi. In Comune l'assessore all'urbanistica, Valeria Cardinali, ha confermato il progetto e gli eventuali strascichi positivi che ne deriveranno anche il territorio e le famiglie della frazione perugina. Il tutto alll'interno di una discussione su un emendamento di Corrado - bocciato - riguardante le misure di distanza tra zone residenziali e nuovi impianti.

"Il futuro impianto - ha affermato l'esponente della Giunta - non potrà che determinare un miglioramento della situazione in loco, anche sotto il profilo degli odori, visto che attualmente i reflui prodotti dagli allevamenti vengono utilizzati per la concimazione dei terreni, mentre dopo saranno eliminati tramite un impianto innovativo ed a norma. Il Comune, in ogni caso, sul tema non fa altro se non applicare la normativa regionale, a sua volta basata su quella nazionale". La normativa nazionale, secondo i tecnici comunali, non prevede distanze minime dalle abitazioni per gli impianti a biogas, ma concede solamente una facoltà alle regioni di deliberare in merito. L’Umbria ha fissando la distanza minima in origine a 500 metri per poi passare a 300 metri dato che si sarebbe riscontrato l'impossibilità di realizzare alcun impianto, nemmeno nelle aree industriali.

Il consigliere comunale del Pd Nicola Mariuccini però ha invitato la giunta ad ascoltare maggiormente i cittadini su questioni cruciali per le loro vite o che potrebbero essere avvertite come tali: "Forse prima di assumere decisioni delicate, occorre confrontarsi maggiormente con la gente perchè la partecipazione serve sempre. Nel caso di Sant’Egidio non ci sono colpe da parte del Comune, ma ben venga la prudenza in casi come questo". "Se queste situazioni creano proteste in tutta l’Umbria - ha spiegato il consigliere dell'Udc Otello Numerini -  vuol dire che è mancata una sufficiente comunicazione alla cittadinanza e che, quindi, andrebbe aumentato il livello di informazione”. 

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