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Cronaca

Ossessionava la ex fidanzata con telefonate continue: condannato

Rigettata la richiesta di incapacità di intendere e volere, per il perito non sa gestire le emozioni

Settantasette telefonate al giorno alla ex non dimostrano l’esistenza di un disturbo della personalità tale da far supporre la sussistenza dell’incapacità di intendere e volere.

È quanto afferma la sentenza della Corte d’appello di Perugia con la quale si conferma la condanna a 6 mesi e 3mila euro di multa a carico di un uomo “che aveva chiamato fino a 77 volte al giorno la vittima proferendo nei confronti di questa frasi dal contenuto osceno e minatorio e costringendola ad alterare le proprie abitudini di vita come il farsi accompagnare negli spostamenti temendo per la propria incolumità e a limitare l’uso del telefono”.

Secondo i giudici di piazza Matteotti “la sussistenza di un disturbo della personalità non può sconfinare in un quadro psicotico in quanto lo stesso non incide sulla struttura della personalità, ma su tratti di essa e, pertanto, l’imputato non può essere ritenuto incapace di intendere e di volere”.

Decisione presa dopo che una perizia svolta da uno psichiatra ha confermato che “nonostante l’imputato fosse afflitto da un difficile controllo dei propri impulsi, tali condizioni non potevano influire sulla propria capacità di intendere e di volere per l’assenza di un disturbo cronico di tipo psicotico, considerato anche che lo stesso non aveva mostrato una qualche resipiscenza per le proprie condotte, le quali venivano reiterate anche a seguito della conclusione delle indagini a suo carico”.

La difesa aveva tentato la carta della scarsa salute mentale dell'imputato, ma per il perito si tratterebbe solo della incapacità di gestire i sentimenti e le reazioni.

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