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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Corso Pietro Vannucci

Caso mense scolastiche, la "confessione" dell'assessore: "Indagate anche me"

Dopo i 13 indagati a Perugia e l'intervento del ministro Lorenzin, il caso delle mense diventa un nodo politico per la giunta Romizi

La “confessione” via Facebook dell’assessore comunale di Perugia Francesco Calabrese. Non è in tribunale, ma conta. Almeno sul piano politico. Il caso in questione è quello delle mense scolastiche. Caso che, con i suoi 13 indagati solo a Perugia e diramato praticamente in tutta Italia – tanto da scomodare nientemeno che il ministro Lorenzin - , è diventato la patata bollente nelle mani della giunta Romizi. Il Pd carica a testa bassa e chiede di ritirare le deleghe all’assessore Wagué, Calabrese apre Facebook e “confessa" tutto con un lungo post.

“Voglio confessare e vorrei essere indagato – scrive - , vorrei un avviso di garanzia anch'io. Per quella volta che dovetti portare Giovanni al Pronto Soccorso perché non avevo pulito perfettamente la sua sogliola e gli rimase una spina conficcata sulla gola. Per le altre volte che l'aveva sputata. Per quella volta che a Lorenzo avevo dato uno yogurt che poi mi sono accorto aveva tracce di muffa (anche se era colpa del produttore, non potevo accorgermi prima), ma subito buttato, come accaduto in una nostra mensa, mica consumato”. 

E ancora: “Confesso di non aver mai portato ad analizzare in laboratorio i cibi appena acquistati al supermercato, o nel negozio sotto casa. Avrei potuto scoprire qualche contaminazione tipo da Lysteria monocytogenes ("batterio Gram positivo, asporigeno, aerobio-anaerobio facoltativo, presente nel suolo, acqua, vegetazione, può contaminare diversi alimenti, tra cui latte, verdura, formaggi molli"), o da stafilococchi ("uova, carne, latte.."). E sì che quelle loro cacarelle ogni tanto un dubbio me lo dovevano far venire”.

Il post dell’assessore Calabrese prosegue: “Vorrei essere indagato anche io, anche se mi chiedo quanti genitori pessimi come me, siamo tutti da indagare. Il maxi-processo andrebbe celebrato al Curi.
Abbiamo almeno letto che l'inchiesta perugina è una minima frazione di una vasta indagine dei Nas disposta dal Ministero della Salute in giro per l'Italia. Se alziamo lo sguardo dalle solite nostre beghe perugine e andiamo a verificare cosa riscontato in giro per l'Italia, tra quanti sequestri e strutture chiuse ovunque, potremmo accorgerci che i problemi sono altrove, non da noi”.
“Dopo le minuziose verifiche dei Nas a Perugia – va avanti l’assessore - , la vera notizia è che la nostra refezione scolastica è di generale e verificata qualità, salvo alcuni isolati e fisiologici casi (tra i 4.500 pasti al giorno e gli oltre 800.000 ogni anno), che si verificano ben più frequentemente nelle nostre case. Se non vogliamo essere ipocriti. O, come al solito, politicamente strumentali. E non mi risultano precedenti verifiche così minuziose, ma non servono polemiche. Quei genitori che vogliono dare una mano per migliorare ancora la qualità della nostra refezione scolastica sono certamente una risorsa, che so la nostra amministrazione vuole e deve sempre più valorizzare. Ed era il primo anno, miglioreremo ancora sul precisissimo rispetto di quanto affidato”.

La conclusione è una pietra: “Tutto il resto – chiude Calabrese - è il solito circo”. Basterà a saziare il tribunale dell'opinione pubblica e dei genitori inferociti di Perugia?

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