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Cronaca Cascia

Il monastero che si tramuta in atelier e regala abiti da sposa, ecco la magia di Cascia

Nel monastero di Santa Rita, a Cascia, una simpatica suora aiuta le future spose a scgliere l'abito. Ogni mese ne arrivano almeno una decina che poi vengono regalati

C’è un luogo immerso nel verde dove tutto è possibile. La gente va e viene, ma ad aprire la porta c’è sempre suor Maria Laura. Il portone si spalanca alle future spose. In fila e poco pretenziose, scelgono l’abito che indosseranno nel giorno del “Sì, lo voglio”.

L’atelier si trova proprio nel monastero di Santa Rita, a Cascia e le giovani spose, come spiega suor Maria Laura, “prendono quelle che le piace, senza guardare alla moda”.

Ogni mese vengono donati almeno una decina di vestiti nuziali. Provengono da donne di tutta Italia, dalla Sicilia, dal nord, da Roma e dall'Umbria, ma anche diverse sartorie hanno fornito le loro creazioni, nuove, e altri accessori

In questo luogo dove ogni cosa sembra mettere gli uomini, in questo caso le donne, in pace con l’universo, le future spose li provano, li scelgono e ne usufruiscono gratuitamente. Ma le storie che si intrecciano sono tante e numerose. Ed è suor Maria Laura a raccontarle: “Ne ricordo una - aggiunge - incinta. Le ho consigliato un abito in pizzo, un camicione dalle grande maniche che praticamente non faceva vedere più la pancia. E' stata molto contenta. C'è poi quella che si sposava in municipio e temeva che non le avrei dato l'abito. E ricordo una ragazza non vedente, prossima al matrimonio con un coetaneo anche lui cieco. Mi disse: 'non posso sceglierlo, fallo tu per me'. In tante mi hanno confidato la loro storia. Non ne ho dimenticata nessuna".

Gli abiti o vengono lasciati in forma anonima o spediti al monastero. È poi la sorella a ordinarli, per taglia e modello, in un locale arredato in maniera accogliente, ma sobria. Ma la suora ha alle spalle anche una vita da sarta. Prima di entrare in convento ha infatti frequentato una scuola di stilista di moda e poi con sua sorella ha aperto una sartoria, a Lucca. Si occupavamo anche di abiti da sposa.

L’atelier, come lo chiamano scherzosamente le sorelle, sta già facendo il giuro del mondo, con un articolo apparso anche nel New York Times.

  

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