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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Le mani dei Casalesi anche su Perugia: emesse 44 misure cautelari

Le accuse, a vario titolo, vanno dall'associazione per delinquere di tipo mafioso al trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza con minaccia o violenza, e riciclaggio, reati aggravati dall'aver favorito il clan

Indagini della Direzione investigativa antimafia di Napoli hanno permesso l'esecuzione nelle provincie di Caserta, Napoli, Perugia e Salerno di 44 misure cautelari emesse dal gip del tribunale partenopeo nei confronti anche di commercianti, imprenditori e titolari di esercizi ricettivi legati al clan dei Casalesi, e, in particolare, all'agguerrita fazione che fa capo alla famiglia Russo. Le accuse, a vario titolo, vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso al trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza con minaccia o violenza, e riciclaggio, reati aggravati dall'aver favorito il clan.

Il gruppo Russo negli ultimi tempi, indicano le indagini degli uomini del capocentro Giuseppe Linates, ha acquisito posizioni monopolistiche nel fiorente mercato del noleggio e della gestione delle apparecchiature elettroniche da intrattenimento (slot machine e video poker). Tra i destinatari del provvedimento restrittivo anche un fantino, Mario Minopoli, che ha montato in ippodromi internazionali il cavallo del boss Massimo Russo. Eseguito anche un sequestro beni per 20 milioni di euro. La 'famiglia' Russo rappresenta, da sempre, il nucleo centrale della potente organizzazione criminale casertana, essendo i suoi affiliati alle dirette dipendenze del capo dei Casali Francesco Schiavone, detto Sandokan, detenuto al 41 bis. Giuseppe Russo, detto “o' padrino”, è il suo braccio destro, da anni anche lui in carcere al regime duro.

I recenti arresti hanno determinato, all'interno del cartello un radicale riassetto, strategico e militare, che ha portato la famiglia Russo al vertice del clan, e Corrado Russo, l'unico libero insieme al fratello Raffaele Nicola, e ora destinatario del provvedimento odierno, è considerato dagli inquirenti l'attuale dei Casalesi. L'indagine è durata quattro anni e anche attraverso capillari intercettazioni ha ricostruito come la famiglia Russo si sia imposta quale gruppo mafioso maggiormente attivo non solo nella gestione delle estorsioni a imprenditori ed a commercianti, il controllo di appalti, e il mantenimento dei rapporti con i rappresentanti delle pubbliche amministrazioni, ma, soprattutto, nella gestione, sia direttamente sia attraverso commercianti e imprenditori consapevoli e compiacenti se non proprio organici, di molte delle principali attivita' economiche del territorio.

La gestione del settore dei giochi da intrattenimento presso gli esercizi commerciali dalla provincia di Caserta, si è estesa anche in quella di Napoli con l'utilizzo di prestanome incensurati. Tra le attività dei Russo svolte con metodi mafiosi la distribuzione del caffè; la gestione di sale bingo; la ristorazione presso centri commerciali; cavalli da corsa; tipografie. Il decreto di sequestro riguarda 5 aziende attive nel settore della distribuzione dei giochi elettronici da intrattenimento, il cui valore complessivo e' da stimarsi in 20 milioni di euro circa; tra l'altro, sigilli a 3.200 slot machine distribuite in centinaia di esercizi commerciali tra Campania, Toscana e Lazio.

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