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Cronaca

Il cardinale Gualtero Bassetti inizia la visita pastorale e sceglie di celebrare la messa all'Hospice

Durante l’omelia il presule ha auspicato che tutti gli operatori possano comunicare ai malati amore attraverso lo sguardo. Presenti numerosi familiari dei malati assistiti nel corso degli anni

L’Hospice di Perugia, la struttura per le cure palliative della Usl Umbria 1, ha ricevuto questa mattina la visita del cardinale Gualtiero Bassetti per la tradizionale messa di inizio anno. Il cardinale, infatti, ha scelto proprio l’Hospice per iniziare le visite pastorali all’interno della diocesi di Perugia-Città della Pieve. Un appuntamento al quale hanno partecipato le famiglie dei malati attualmente assistiti dalla struttura ma anche i parenti di persone che sono state ospiti nel corso degli anni, che, come segno di riconoscenza per il conforto avuto nella fase finale della malattia dei propri cari, hanno deciso di trascorrere una mattinata insieme agli operatori della struttura.

Nel corso della sua omelia il cardinale ha voluto ricordare lo sguardo d’amore che si deve dedicare ai malati e alle persone che soffrono. 

Dal canto suo la responsabile dell’Hospice Susanna Perazzini ha ringraziato Bassetti per la consueta attenzione e vicinanza agli operatori e ai malati e ha augurato, per sé e per le persone che lavorano nella struttura, di continuare ad avere amore e professionalità. 

Al termine della celebrazione il cardinale ha visitato tutti i malati portando loro un saluto e una parola di conforto.

L’Hospice di Perugia ha 10 posti letto e ogni anno conta circa 200 ricoverati. Gli operatori per le cure palliative, inoltre, assistono a domicilio circa 250 pazienti.

Il cardinal Bassetti all'Hospice

Il cardinale ha avuto per tutti parole di conforto e d’incoraggiamento, evidenziando quanto sia importante nella vita, soprattutto se è sofferta a causa di una grave malattia, uno "sguardo di amore per l’altro". Nel commentare il brano del Vangelo di sabato 4 gennaio (Gv 1, 35-42), il porporato si è soffermato sulla "pedagogia dello sguardo".

"In questo brano del Vangelo si parla tre volte di sguardi – ha sottolineato Bassetti – Credo che sia una pedagogia molto importante quello del nostro sguardo, soprattutto quando stiamo con i bambini e con le persone ammalate. Ci rendiamo conto quanto è importante, soprattutto con i più piccoli, comunicare con lo sguardo. Noi comunichiamo troppo con la parola e delle volte ci accorgiamo che la parola fa anche dei guai. Spesso ci si parla più con gli occhi, perché esprimono più il cuore. Basta uno sguardo per arrivare dove non arrivano le parole, perché con uno sguardo puoi comunicare affetto, amicizia, simpatia e tanta tenerezza. Uno sguardo buono può dire all’altro: “io ti voglio bene”, facendogli capire che saresti anche disposto a dare la vita per lui".

"E’ importante lo sguardo nella nostra vita – ha proseguito il cardinale – ed anche un bambino è in grado di comprenderlo. Ho notato spesso che quando un bimbo cade in terra, prima ancora di avvertire dolore, si vuole rendere conto dello sguardo delle persone che lo amano per capire se piangere o alzarsi. Lo sguardo di amore dà vita, comunica vita. Impariamo da Gesù la dolcezza di questo sguardo e cerchiamo di averlo per tutti, in particolare per chi si trova in condizione di fragilità di salute. Come è importante donarsi ai nostri fratelli con uno sguardo benevolo. Non si segue Gesù se non ci si dona agli altri".

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