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Cronaca Città di Castello

Spacciatori "assunti" dall'Albania, 30mila euro di guadagni al mese e montagne di droga: tre arresti

Assoldavano pusher dall'Albania per farli venire a spacciare in Umbria col trucco del permesso di soggiorno turistico: banda smantellata

Banda smantellata e canale dello spaccio di droga a Città di Castello e Umbertide stroncato. I carabinieri hanno dato esecuzione a tre misure cautelari emesse dal Gip presso il Tribunale di Perugia su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di altrettanti cittadini italiani e stranieri.

Arrestati un albanese di 31 anni residente a Umbertide, un albanese di 22 anni domiciliato a Città di Castello e un italiano di 40 anni, residente a Città di Castello, a cui è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora con divieto di allontanarsi dalla propria abitazione nelle ore notturne.

L’indagine dei carabinieri, diretta dal Sostituto Procuratore Manuela Comodi e chiamata “Boomerang”, ha preso avvio nel febbraio 2017 da alcuni episodi di spaccio di cocaina avvenuti nella cittadina di Umbertide dove alcuni cittadini albanesi, oramai radicati nella zona e già noti alle Forze dell’Ordine, avevano realizzato una vera e propria attività di spaccio operativa 24 ore al giorno. I pusher vendevano al dettaglio ai tossicodipendenti e rifornivano di droga gli spacciatori della zona.

Ma c’è di più: assumevano manodopera per lo spaccio in Umbria. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri la banda ingaggiava giovani albanesi, li portava in Umbria con il permesso di “soggiorno turistico” per tre mesi e poi li rispediva a casa per evitare che venissero identificati dalle forze dell’ordine.

Nell’ambito della stessa indagine, nel corso del 2017 erano già stati effettuati 7 (sette) arresti in flagranza di reato nei confronti di persone sia italiane (di cui una donna) che straniere, altre 15 denunciate in stato di libertà, tutte per spaccio di sostanze stupefacenti; sono stati identificati e segnalati alla Prefettura di Perugia circa 45 assuntori di droghe, tutti dell’Alta Valle del Tevere, nonché  sequestrati circa 14 chili di sostanza stupefacente (marijuana e hashish), 300 grammi di cocaina oltre a bilancini di precisione ed altro materiale utilizzato per il taglio ed il confezionamento della droga. Il giro d’affari accertato ammontava verosimilmente ad oltre 30mila euro al mese.

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