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Cronaca

Concorsopoli, la candidata finita nelle intercettazioni fa ricorso al Tar per scalare la graduatoria

I giudici amministrativi impongono il ricalcolo di titoli ed esperienza, ma la concorrente è finita nelle intercettazioni della Procura e il marito è indagato per aver passato le tracce del concorso

Il Tribunale amministrativo regionale ha modificato la graduatoria finale di merito approvata con “Deliberazione del Direttore Generale dell'Azienda ospedaliera di Perugia n. 1497 del 24 luglio 2018 ... pubblicata nell'albo pretorio della predetta Azienda per la durata di 15 giorni, nella parte in cui – all'esito delle operazioni concorsuali del pubblico concorso, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato di n. 2 posti di Dirigente Medico di Geriatria (Area Medica e Specialità Mediche) indetto con Deliberazione del Direttore Generale n. 939 del 4 maggio 2017 – illegittimamente attribuisce alla dott.ssa ... il punteggio di 73,45, in luogo del maggior punteggio effettivamente spettante”.

Una decisione che potrebbe avere ricadute sull’inchiesta sui concorsi truccati nella sanità regionale, in quanto la dottoressa che ha presentato il ricorso, compare molte volte nelle intercettazioni, ha il marito indagato e viene indicata come la “candidata di Barberini”. Secondo la Procura la candidata “riceveva le tracce dei temi della prova scritta in epoca antecedente all’espletamento della prova” e a prova effettuata “procurando a quest’ultima un indebito profitto patrimoniale costituito nella collocazione in graduatoria in un posto utile per usufruire del c.d. ‘scorrimento’ della stessa”. Nelle intercettazioni Duca e Valorosi parlano della candidata che “non ha un punteggio elevato ai titoli (“VALOROSI: “è bassa!”) e, quindi, necessita di un “aiuto”, purché lo utilizzi a dovere (DUCA: “sperando che non sia una cogliona e che si comporta bene!”)”.

La dottoressa contesta la “griglia di valutazione” impiegata dalla Commissione e la scarsa valutazione dei “curriculum formativo e professionale” in riferimento ai titoli che l’hanno confinata “al 6° posto nella graduatoria finale approvata”. Ad esempio non è stato ben valutato che “la candidata ha svolto attività lavorativa in qualità di dirigente medico in una disciplina – medicina interna – da considerate equipollente a quella di concorso” e “il livello di qualificazione professionale acquisito nell'arco dell’intera carriera rispetto alla posizione funzionale da ricoprire”. Il ricorso è funzionale ad “un miglioramento nella propria posizione in graduatoria come idonea non vincitrice – graduatoria avente validità 36 mesi – affermando che, a seguito della rivalutazione potrebbe risultare quarta o terza”.

Sulla base di “consolidata giurisprudenza” per quanto riguarda “la valutazione dei titoli nel corso di una selezione pubblica”, i giudici amministrativi hanno dato ragione alla dottoressa accogliendo il ricorso solo parzialmente in merito all’inserimento “della ricorrente in graduatoria in base alla votazione riportata a seguito della rivalutazione dei titoli di carriera della stessa da parte della Commissione esaminatrice nella medesima composizione, fatta salva l’adozione di ulteriori provvedimenti da parte dell’Amministrazione”.

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