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Cronaca

Non c'è più rischio di crollo alla Canapina: tutto in sicurezza, ma resta un mistero il cantiere

La data della riconsegna dei lavori era oggi ma è ancora tutto aperto. Il peggio è passato ma questo angolo della Vecchia Perusia ha rischiato grosso. Ecco perchè

La Canapina è in sicurezza. Ma c’era stato di che preoccuparsi. Qualche tempo fa si evidenziava concretamente il pericolo di crollo, ed è questo che, infatti, sta scritto nel cartello di cantiere. Si tratta della strada pensile che collega piazzetta del Drago (scuole Fabretti) e viale Pompeo Pellini, piazzata in adiacenza al muro etrusco che intercetta quello medievale. I due tratti si
uniscono alla sommità e il percorso si dipana in una lunga serie di scalette.

Dato che il muro si spanciava e qualche pietra vacillava, il Comune è dovuto ricorrere a un intervento di somma urgenza per mettere in sicurezza. La parte più alta, che poggia sul muro del Campaccio, in zona della Cupa, aveva già nel dopoguerra rivelato una certa instabilità. Tanto che il padre del consolidamento, Sisto Mastrodicasa, era intervenuto piazzando a contrasto una serie di travi metalliche, saldamente ancorate al terreno e poggiate a rinforzare i contrafforti (intervento che oggi non avrebbero di certo consentito). Quella parte è dunque tranquilla e c’è chi dice che non solo non vada toccata, ma dovrebbe addirittura divenire un parco didattico, a dimostrazione di una modalità di consolidamento economico e sicuro.

La parte muraria che invece si protende verso il parcheggio del Pellini e la chiesa di San Benedetto era fortemente in crisi e se ne temeva il crollo. Da lì l’esigenza di operare costruendo e rinforzando contrafforti: operazioni che sono in fase di completamento. Ora, a detta dei tecnici, tutto è fermo. A breve verranno smontate le impalcature. La data di riconsegna era fissata per la giornata odierna, ma ci sarà un breve slittamento. L’importo supera di poco i 35.000 euro.

L’antica Canapina prende nome dal fatto che i cordari, o canapari, fissavano un capo della corda a una ruota e avvolgevano l’altro capo alla vita di un operatore. Dopo di che, costui scendeva le scale all’indietro e si formava la corda. Oggi, anche se nessuno ricorda più l’origine della denominazione, la scala è molto trafficata. La percorrono bambini e ragazzi che si recano alle elementari Fabretti e alla succursale del San Paolo, oltre ai soci del Bonazzi e agli studenti del Cut (Centro universitario teatrale). Averla messa in sicurezza è certamente circostanza positiva.
 

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