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Cronaca Assisi

Non ama la concorrenza, da anni danneggiava le auto degli amici cacciatori

Non era più possibile andare in quel bosco, si rischiava di ritrovarsi sempre con le ruote danneggiate. Grazie però a una lunga indagine della Polizia si è riusciti a risalire al responsabile

Ogni volta era sempre la stessa storia. Andavano nella riserva faunistica di San Gregorio e ritrovavano le loro auto danneggiata o con le gomme bucate o addirittura, in alcuni casi, con l’impianto frenante in avaria.

Gli “strumenti” utilizzati per distruggere le vetture erano enormi chiodi “da carpentiere” della lunghezza di almeno 10 cm., opportunamente termosaldati tra loro fino a formare dei veri e propri marchingegni “buca-pneumatici” a forma di “L”, o a forma di “croce”, o addirittura, ai fini di una più sicura riuscita dell’intento criminoso, piantati e disposti in fila su tavolette in legno, abilmente posizionate in modo da non essere viste dagli automobilisti in transito sulle strade di penetrazione interpoderale della predetta area naturalistica.

Atti vandalici o semplici bravate? Sicuramente no.  Gli investigatori del Commissariato di Assisi, diretti dal Commissario Capo Francesca Di Luca e coordinati sul campo dall’Ispettore Valter Stoppini, hanno sempre prestato particolare attenzione alla risoluzione di questo caso, certamente di basso livello criminale ma non per questo meno importante, essendosi venuta a creare una vera e propria “psicosi”, da parte dei residenti e degli appassionati alle varie attività venatorie e naturalistiche, per cui nessuno poteva permettersi di percorrere le vie della zona o di lasciare la propria auto incustodita, senza poi ricevere brutte sorprese, per la fortuna dei gommisti e dei meccanici.

La Polizia di Assisi non ha mai creduto che si trattasse di vandali, ma ha da sempre rivolto i propri sospetti, date le circostanze e le modalità dei fatti, nonché soprattutto la continuità della loro configurazione, verso qualcuno, paradossalmente, molto vicino proprio al mondo venatorio: solo un cacciatore esperto e conoscitore della zona poteva muoversi con l’abilità e la riservatezza dimostrate dall’autore di tali reati. Il movente: anche su questo aspetto, gli investigatori non hanno mai avuto dubbi.

Con ogni probabilità, la volontà da parte del “sabotatore” di allontanare ed eliminare la concorrenza nella caccia e nelle altre attività: effetto sicuramente sortito con successo negli anni, fino a quando però questa volta, ironia della sorte, ad essere  inchiodato è stato proprio lui, grazie alle indagini della Polizia.

Gli approfondimenti investigativi eseguiti dagli agenti, infatti, li hanno portati, all’alba dello scorso giovedì 21 agosto, a bussare alla porta di un cacciatore assisano, con il pretesto di un normale controllo alle armi da caccia regolarmente denunciate e detenute dallo stesso.

Immediato il riscontro di irregolarità da parte del detentore di armi: tra i vari fucili e carabine, regolarmente custoditi in un apposito armadio blindato, è emersa la mancanza di una delle armi denunciate, che l’uomo, in violazione delle norme che regolano la materia, deteneva invece presso l’abitazione del figlio.

Inoltre, nel corso del controllo delle munizioni, anch’esse sottoposte a specifiche prescrizioni soprattutto in relazione al numero massimo consentito, il cacciatore è stato trovato in possesso di un numero altamente superiore rispetto a quello concesso. Ed ecco che i sospetti della Polizia hanno trovato conferma.

Nel corso dell’ispezione, durante la quale l’anziano, visibilmente agitato, cercava di rimediare alla brutta figura mostrando spontaneamente ai poliziotti il contenuto degli altri armadi destinati alla custodia delle attrezzature venatorie, ecco che spuntano degli strani chiodi, a forma di “L” e di “croce”, del tutto simili per fattezza e tipologia a quelli usati per la strage di gomme a San Gregorio.

In evidente difficoltà, l’uomo ha inutilmente e goffamente cercato di spiegare alla Polizia di averli raccolti, in quella zona, in quanto anche lui era stato vittima dei danneggiamenti, inspiegabilmente, però, mai denunciati. I poliziotti, naturalmente, non si sono lasciati convincere tanto più di fronte al successivo ritrovamento di vero e proprio  “arsenale” di chiodi, tutti “trattati” e saldati ad arte che lo stesso custodiva con cura, pronti all’uso: pur davanti all’evidenza il tagliatore di gomme ormai scoperto ha continuato a negare.

All’esito delle attività descritte, l’assisano è stato denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per danneggiamento aggravato, in relazione ai vari episodi denunciati, e per la violazione del TULPS per ciò che riguarda la detenzione delle armi da caccia: le stesse sono state immediatamente sottoposte a sequestro cautelativo, ed a seguito delle determinazioni di competenza, il relativo porto potrebbe addirittura essere revocato.

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