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Cronaca

Bimba piccola muore per un' infezione, la famiglia chiede maxi risarcimento al medico

La famiglia chiede un risarcimento di 940mila euro al pediatra che aveva in cura la piccola, deceduta dopo una febbre altissima e complicazioni respiratorie

E' morta a soli 16 mesi per una infenzione polmonare, dopo un giorno di agonia e febbre altissima. Una tragedia immane per una famiglia di origine nordafricana, ma da tempo stabile nel nostro territorio, che ora chiede giustizia per la loro piccola. Aveva oltre 40 di febbre quando la mamma, spaventata, chiamò la pediatra per informarle di quella temperatura altissima, che si sarebbe dovuta "risolvere" con uno sciroppo e una tachipirina. Poi, il pomeriggio stesso, la visita a studio con una terapia antibiotica da seguire a base di amoxicillina (qualora la febbre non fosse scesa), cortisone e sciroppo come indicato dalla dottoressa. 

Ma la bimba, la mattina seguente, aveva ancora febbre altissima e difficoltà respiratorie, tanto da arrivare praticamente esamine all'ospedale. Non prima - è questa la ricostruzione della famiglia - di aver nuovamente contattato la dottoressa, che non avrebbe ritenuto necessaria un'altra visita a distanza di così poco tempo dall'ultima effettuata. La vicenda, dopo la denuncia sporta dalla famiglia della piccola, è approdata in sede penale e conclusasi con un' archiviazione per la dottoressa anche alla luce di una perizia tecnica, che non ha ravvisato condotte penalmente riferibili alla morte della bambina.

La tesi avversa, sostenuta dalla difesa della pediatra è stata sempre quella della correttezza del suo operato e della imprevedibilità nell'evoluzione del quadro sintomatico della bimba, ma la famiglia, dopo un nulla di fatto in sede penale, ora chiede in quella civile ulteriori risposte volte ad accertare se la loro piccola poteva salvarsi. Secondo la famiglia - rappresentata dall'avvocato Leonardo Brozzi - la dottoressa avrebbe dovuto approfondire il quadro già compromesso da una febbre così alta per una bimba di appena 16 mesi, non limitandosi - è questa la contestazione mossa dalla famiglia - a prescrivere uno scrippo e all'occorenza un  antibiotico di fronte a un quadro clinico di tale portata.  In presenza di genitori che tra l'altro non comprendevano bene la lingua italiana e senza ulteriori e approfonditi accertamenti nonostante una iperemia faringea riscontrata.

La famiglia, tramite il loro legale, chiede un maxi risarcimento di 940mila euro per il danno non patrimoniale patito da tutti i componenti e in via istruttoria, una ctu medico legale al fine di valutare se la complessiva condotta del medico sia stata rispondente alle linee guida pediatriche o se abbia determinato concrete perdite di chance di sopravvivenza della piccola paziente, tragicamente deceduta nel 2013. Il giudice del tribunale civile si è riservato la decisione. 

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