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Traffico di Porsche, Lamborghini e Mercedes, ecco dove finivano le auto rubate: banda rischia il processo

Tra le accuse anche quello dei falsi certificati di laurea. Sono in tutto 14 gli imputati a cui la procura contesta la truffa, il falso, la ricettazione. Per sei di loro c'è anche l'associazione

Traffico di veicoli, ricettazione, falso, truffa, simulazione di reato e associazione per delinquere. Sono queste le accuse contestate a vario titolo a ben 14 persone di cui umbri, baresi,  libanesi e marocchini che siederanno sul banco degli imputati a seguito della richiesta di rinvio a giudizio del pm Massimo Casucci. La prima udienza preliminare dinanzi al Gup è stata infatti fissata al prossimo 20 febbraio.

Secondo la procura che ha chiuso le indagini e chiesto per tutti il processo, sei di loro si sarebbero associati per un traffico fraudolento di auto di grossa cilindrata  tra Perugia e la Puglia, ma non solo. Tra le varie contestazioni mosse c'è anche quella di ricettazione di certificati di laurea in bianco, di certificati di proprietà, carte di circolazione ed altri documenti relativi alle auto (sempre in bianco) con successive contraffazioni "e abusive compilazioni e di cessione a terzi in cambio di denaro" - è scritto nella richiesta di rinvio a giudizio. 

Gli imputati a cui viene contestata l'associazione si sarebbero mossi così: al vertice un presunto promotore ed organizzatore (a seguito deceduto), un perugino partecipe con ruolo di assistenza, un 41enne di origine marocchina quale tramite per depositare le auto di provenienza delittosa e che, materialmente, avrebbe dovuto provvedere al loro "fraudolento" trasferimento all'estero (in particolare in Medio Oriente e Nord Africa) continuando - secondo la procura - a far parte dell'associazione anche dopo la sua espulsione dall'Italia. E proprio in Marocco avrebbe ricevuto le auto da piazzare sul mercato anche tramite esportazioni attraverso i porti del Nord Europa. La "banda" si sarebbe avvalsa anche di due rivenditori all'estero (un viterbese di 65 anni  e un marocchino di 40 anni ) per piazzare i veicoli sul mercato e di un altro uomo - un barese 44enne - con il ruolo di "procacciatore" delle vetture. Il tutto anche grazie al supporto di un collaboratore del promotore  della presunta associazione che trafficava le auto e risultato beneficiario di falsi certificati di frequenza ed esami all'Università. Il capo della presunta organizzazione criminale avrebbe infatti abusivamente riempito due certificati di laurea in bianco al costo di 850 euro.

Tra i reati contestati anche la truffa alle assicurazioni e di simulazione di reati di furto dei veicoli assicurati. Nel mirino, oltre ad auto di grossa cilindrata come Audi, Porsche, Lamborghini Mercedes) sarebbero stati ricettati anche mezzi da cantiere come gru, caterpillar, escavatori e perfino yatch. Truffati anche gli acquirenti delle autovetture usate attraverso l'alterazione del conta chilometri. I fatti imputati risalgono fino al 2013. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati: Michele Iacomi, Glauco Guida, Omar Khamyes, Emanuele Guerrieri, Ilaria Iannucci, Stefano Gallo. 

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