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Cronaca Assisi

Assisi, scritte sataniche vicino alla Basilica scatenano la rabbia dei cittadini

Due 19enni denunciati dalla Polizia per aver imbrattato con scritte sataniche, anarchiche e blasfeme le mura seicentesche di Palazzo Vallemani: "Siamo atei e volevamo protestare contro il sistema"

Questa è la storia di due diciannovenni di Bastia Umbra, denunciati dalla Polizia. I due hanno pensato bene di scatenare il panico ad Assisi riempiendo di scritte offensive, simboli satanici e segni simil anarchici le mura di antichi e prestigiosi palazzi del centro storico della città del Poverello, nelle immediate vicinanze del Complesso Monumentale di San Francesco. Perché? Volevano manifestare il loro dissenso verso “il sistema”. E anche marchiare il muro col nome del gruppo rap che volevano formare: Anarchia 96.

Ma andiamo con ordine. I residenti vedono quelle scritte gigantesche, si allarmano e chiamano il commissariato di Assisi. Gli agenti si mettono subito a caccia degli “artisti”, mentre il Comune pensa a ripulire il disastro. L’ufficio Anticrimine scopre che nella notte appena trascorsa, all’interno dei locali del circolo Capitini a Palazzo Vallemani, si era tenuta una festa di compleanno alla quale avevano partecipato numerosi giovani della zona. Per i ragazzi scatta la convocazione di massa negli uffici della polizia. I due ragazzi diciannovenni, entrambi residenti a Bastia Umbra, messi di fronte alle loro contraddizioni, crollano e confessano le proprie responsabilità, dichiarando agli agenti “di aver voluto manifestare il proprio dissenso all’ordine costituito politico e religioso in quanto anarchici e atei”. In realtà, spiegano ancora gli agenti, “i due non risultano iscritti a nessun circolo anarchico; il grande sole disegnato con una A capovolta e il numero 96 impresso al suo interno voleva simboleggiare il gruppo musicale rap “anarchia 96” che sarebbe stata loro intenzione formare”.

Una bravata dunque, che costerà ai due giovanissimi una denuncia per deturpamento e imbrattamento di cose altrui aggravato dal fatto di essere stato commesso su beni immobili tra l’altro di interesse storico e artistico come Palazzo Vallemani, un palazzo seicentesco, attuale sede della Pinacoteca Comunale di Assisi, per la quale è prevista la pena della reclusione da tre mesi a un anno e una multa da 1.000 a 3.000 euro.

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