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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Giallo ad Assisi, la famiglia chiede di continuare le indagini: "quei tre punti discordanti con l'incidente"

Su questo è stato chiaro l'avvocato della famiglia, Giuseppe Berellini, che è stato direttamente interpellato da Perugiatoday.it. "La famiglia chiede al sottoscritto e agli inquirenti di continuare a fare verifiche per arrivare ad un quadro definitivo e certo". L'intervista al legale

Qualcosa non torna. O almeno non torna alla famiglia dell'imprenditore Domenico Pelagatti - trovato morto giovedì scorso lungo il percorso verde di Assisi - anche dopo i risultati per certi versi "rassicuranti" dell'autopsia dove non sono state trovate ferite o tracce di una morte violenta, per aggressione. I conti non tornano per chi conosceva Domenico e per chi ha visto quella cisterna (con un metro e mezzo d'acqua) dove è stato ritrovato il corpo a testa in giù. 

Su questo è stato chiaro l'avvocato della famiglia, Giuseppe Berellini, che è stato direttamente interpellato da Perugiatoday.it. "La famiglia chiede al sottoscritto e agli inquirenti di continuare a fare verifiche per arrivare ad un quadro definitivo e certo sulla morte di Domenico. Nonostante i risultati dell'autopsia, comunicateci dal nostro consulente, alla famiglia risulta poco coerente la ricostruzione di un incidente, conoscendo bene le abitudini e il modo di fare del loro caro che era uomo molto prudente ed era solito chiedere una mano in certe situazioni avendo a disposizione anche dei dipendenti-operai. Abbiamo chiesto le analisi tossicologiche per avere altri riscontri, mentre ci è stato dato il nulla osta per poter effettuare i funerali". 

Quali punti in particolare vengono considerati non coerenti dalla famiglia? "Il primo: si ipotizza che nel pozzetto sia caduta accidentalmente una chiave e che Domenico abbia cercato di farsi luce con il cellulare. Ma le chiavi dell'auto erano in tasca mentre quelle di casa, secondo da quello che sappiamo noi, erano rimaste a casa". 

Secondo aspetto che non vi torna? "Non si arriva casualmente a quel pozzetto da che si trova ad un paio di metri dal percorso che viene regolarmente fatto da chi da sport o una semplice camminata al percorso verde. Era in parte anche ricoperto da alberi e radici. Non si tratta né di un tombino né di un pozzetto ma di una mini-cisterna con oltre metro e mezzo di acqua all'interno. Avventurarsi la dentro implica anche un certo rapporto con l'acqua che Domenico non aveva...".

Avvocato si può spiegare meglio su quest'ultimo aspetto, sul rapporto acqua e l'imprenditore? "Certo. Non era il suo elemento. Tutti sanni, dalla famiglia agli amici, che l'acqua, inteso come nuotare o come immersioni, non era un suo elemento, anche perche sapeva al massimo galleggiare e non certo né un sub né un esperto nuotore che non temeva di mettere la testa sotto per delle immersioni. Tornando al nostro caso stiamo parlando di una cisterna semi-coperta con molta acqua all'interno. Un uomo prudente per giunta in un contesto ostile in teoria chiede aiuto a qualche passante o amico".

Le risulta una persona ascoltata dai Carabinieri poco dopo il ritrovamento del corpo con il quale si è ipotizzato un litigio o un rapporto non sereno? "Da quello che so è che è stato ascoltato un uomo del Sud ma residente in zona con il quale i rapporti si erano un freddati ma nulla di grave e quindi potenzialmente elemento scatenante per un eventuale omicidio. Chiederemo comunque alle forze dell'ordine e agli inquirenti di continuare ad analizzare gli incontri e la giornata di Pelagatti fino al ritrovamento del suo corpo privo di vita". 

Sono state analizzate mail e altri dispositivi? "Pelagatti ha lasciato un tablet nella propria abitazione ma non è stato ancora esaminato. Chiederemo che sia acquisito per ulteriori verifiche. Non vogliamo forzare la mano del pm e dei militari... ma vogliamo chiarezza e che nulla resti intentato". Insomma per la famiglia la morte di Domenico non è un caso risolto; per loro è ancora un giallo. 

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