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Cronaca Fontivegge / Via Cortonese

Manette per il "monopolista" della droga e l'aiutante, beccati e spediti in carcere

Tutto è cominciato nel settembre del 2015, quando gli agenti hanno dato il via alle intercettazioni telefoniche di un assuntore e spacciatore di eroina a Perugia

Ancora un colpo allo spaccio di droga a Perugia. La Mobile ha spedito in carcere due spacciatori che operavano nei parchi della città. Si tratta di S. A. marocchino del 1985 e di D. L. tunisino del 1986, entrambi irregolari.

Tutto è cominciato nel settembre del 2015, quando gli agenti hanno dato il via alle intercettazioni telefoniche di un assuntore e spacciatore di eroina a Perugia. L’uomo, spiega la polizia, “aveva assidui contatti con un fornitore abituale, S.A., dal quale era solito acquistare droga tanto per l’uso personale quanto per la cessione a terzi”. I poliziotti pedinano S.A., osservano l’incontro con il cliente nella zona di Via XX settembre e lo mettono sotto sorveglianza.

Dalle nuove intercettazioni salta fuori di tutto. Compreso “un enorme numero di contatti tra S.A. (detto Omar) e acquirenti di stupefacente”. Il posto preferito? Zona di via Cortonese, parco Chico Mendes, l’area giochi per bambini e Ferro di Cavallo.
Ancora la polizia di Perugia: “Dalle intercettazioni, dalle dichiarazioni e dal gran numero di clienti sentiti e monitorati, si deduceva che il S.A. era attivo da tempo (almeno due anni) ed aveva acquisito, nelle descritte zone della città una sorta di monopolio dello spaccio al dettaglio di droghe pesanti, cedendo notevoli quantitativi ogni giorno (mai meno di 10/15 consegne)”.

E visto che il lavoro era tanto, S.A. si è trovato l’aiutante. D..L. che collaborava nell’attività di contatto con i clienti e, soprattutto, di consegna della “merce”. Di nuovo la Mobile: “Non di rado, infatti, il D.L. è stato osservato quale mandatario del S.A., recandosi da solo agli appuntamenti; altre volte, peraltro, Omar e D.L. sono stati notati insieme: comunque, per le consegne, i due, insieme o separatamente, utilizzavano uno scooter che consentiva loro di raggiungere più agevolmente i luoghi convenuti per le consegne”. Un'impresa fiorente e un macchina ben oliata. Solo che vendevano morte. Il 14 luglio è scattata la trappola. La Mobile li ha trovati e spediti nel carcere di Capanne. Senza passare dal via.

Perugia, caccia agli spacciatori: parchi al setaccio

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