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Cronaca

Pallotta, preso il rapinatore dell'Unicredit: aveva un complice

E' stato arrestato dalla Sezione Antirapina della Squadra Mobile il rapinatore, che ai primi di febbraio, prese d'assalto l'istituto bancario dell'Unicredit di Via della Pallotta

Arrestato dalla Sezione Antirapina della Squadra Mobile il rapinatore dell’Unicredit di Via della Pallotta. Si tratta di P.P. di Franati (Roma), nato l' ottobre 1972 e residente in Aprilia (LT).

Il P.M. competente Dr. Mario Formisano ha formulato richiesta di custodia cautelare in carcere per il soggetto, che è stata emessa dal GIP Dr. Luca Semeraro e veniva eseguita nella mattinata martedì da operanti della Mobile di Perugia con l’ausilio dei colleghi della Squadra Mobile di Latina. Lo stesso veniva trovato presso l’abitazione dei genitori.

Ma veniamo ai fatti. Alle ore 12.05 del 3 febbraio, la Sala Operativa della Questura diramava una nota di ricerca di un furgone bianco a bordo del quale si era allontanato un uomo che aveva appena rapinato l’Unicredit della Pallotta, sequestrando anche l’autista del furgone.

Guarda il video della rapina all'Unicredit

Gli agenti si dirigevano immediatamente alla stazione di Fontivegge dove individuavano il furgone oggetto delle ricerche, a bordo del quale veniva rintracciato l’autista, D. L. , 25enne di Albano Laziale. Il ragazzo riferiva che, poco prima, un uomo armato di taglierino gli si era infilato a bordo del mezzo e lo aveva costretto ad accompagnarlo fino alla stazione dove poi era sceso.

Nell’abitacolo, sottoposto ad immediata perquisizione, venivano rinvenute e sequestrati numerosi oggetti pertinenti alla rapina: un taglierino di colore fuxia, una sciarpa di pile di colore nero, un giaccone telato di colore beige, un paio di calze di cotone sulle quali erano stati praticati due fori (usate a mo’ di guanti), una cuffia di lana di colore scuro, uno scontrino di acquisto per l’importo di 1,29 Euro, presso un supermercato di questa Via Manzoni.

Inoltre, le immagini relative alla rapina consentivano di vedere chiaramente che il rapinatore indossava un giubbotto beige, una sciarpa scura ed un berretto di colore scuro, perfettamente compatibili con gli indumenti rinvenuti all’interno del furgone. Venivano sentiti a sommarie informazioni i dipendenti della filiale Unicredit rapinata, i quali riferivano d’aver inseguito all’esterno della banca e tentato di bloccare il rapinatore che si era impossessato del denaro, così da vederlo fuggire a bordo del furgone la cui targa veniva nel frattempo segnalata da una persona che aveva assistito a tutta la scena e che aveva contemporaneamente avvisato il 113.

D.L., nel frattempo formalizzava denuncia per quanto, a suo dire, gli era accaduto, ma fin da subito emergevano alcune contraddizioni nel racconto del modo nel quale il rapinatore si era infilato nel furgone non corrispondeva con quello dei testimoni. Il ragazzo, nel ricostruire il viaggio e la giornata, nulla riferiva in merito alla deviazione fatta a Ponte San Giovanni ove, come risulta da una delle bolle di consegna della ditta di latticini per cui lavorava, egli aveva effettuato una consegna presso il citato supermercato ed era stato visto da testimoni in compagnia di una seconda persona con fattezze fisiche perfettamente compatibili con quelle del rapinatore.

I testimoni riferivano che il “compare” del D.L. gli si sarebbe rivolto commentando, con tono di scherno, mentre effettuava le manovre con il furgone. Nella stessa circostanza, il 25enne aveva anche acquistato il taglierino successivamente usato dal rapinatore per la rapina e sequestrato all’interno della cabina di guida del furgone (!): a tal proposito si precisa che tutto il materiale sequestrato, come sottoscritto in denuncia dal Donazzolo, sarebbe stato abbandonato all’interno dal rapinatore in fuga. 

A ciò si aggiunga che, nel corso della perquisizione, è stato anche rinvenuto lo scontrino fiscale relativo all’acquisto del taglierino e che i taglierini in vendita presso quel supermercato sono identici a quello sequestrato, utilizzato per commettere la rapina. Pertanto, il D.L viene indagato per concorso in rapina.

Durante le fasi dell’escussione del Donazzolo, il telefono cellulare in possesso di questi riceveva un messaggio di testo proveniente da un numero registrato in rubrica come “mamma”, con la frase: << … siete arrivati ? ... >>. La preoccupazione della donna per la sorte d’entrambi, portava la IV° Sezione ad ipotizzare che essa fosse informata del fatto che il figlio viaggiasse con altra persona e che quest’ultima potesse non essere persona del tutto estranea anche al nucleo familiare. Si provvedeva ad esaminare l’intera rubrica telefonica del cellulare, estrapolando gli intestatari dei numeri riportati. Nel frattempo, venivano presi contatti telefonici con la ditta proprietaria del furgone apprendendo così che il D.Lera partito in compagnia di un ragazzo non meglio conosciuto, di nome Piergiorgio.

Dai controlli incrociati tra gli archivi di Polizia e la rubrica telefonica del D.L emergeva un soggetto, appunto PIRRO’, che veniva sottoposto ad alcuni testimoni che avevano ben visto il rapinatore in volto durante le concitate fasi dell’inseguimento dello stesso all’esterno della banca immediatamente dopo la rapina. L’accertamento dava esito positivo: i testimoni riconoscevano con assoluta certezza il PIRRO’ come il rapinatore. Il fatto che il Donazzolo si fosse messo in viaggio con il rapinatore veniva confermato anche da altri testimoni di Aprilia,
 

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