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Cronaca

Mezzo chilo di erba nascosta nella credenza di casa: arrestati, uno dei due era stato espulso

A finire nei guai un albanese di 28 anni e un italiano di 31 anni. Disposta la custodia cautelare del carcere per il primo, mentre l'amico sconterà i domiciliari

In casa mezzo chilo di erba, una dose di cocaina e 5 grammi di hashish. A finire nei guai un albanese di 28 anni, già gravato da un'espulsione dal nostro territorio e un italiano, di 31 anni, incensurato, proprietario del contratto d'affitto dell'appartamento dove i carabinieri hanno ritrovato la droga.

E' accaduto giovedì mattina, nei pressi di Porta Pesa. I carabinieri, durante un controllo, hanno notato la presenza dell'albanese, espulso agli inizi del 2017 e - a detta sua - ritornato in Italia sono per riprendersi il cane. Alla vista dei militari però, ha tentato di darsi alla fuga e nel divincolarsi, avrebbe anche aizzato il suo cane contro i carabinieri, ma alla fine sono riusciti ad ammanettarlo e a perquisirlo.

Dalle chiavi di casa ritrovate in suo possesso, i militari hanno perquisito anche l'abitazione dove viveva il giovane, ritrovando, all'interno della credenza di casa, un panetto di 500 grammi di marijuana, una dose di cocaina, 5 grammi di hashish e 700 euro in contanti. A finire nei guai, anche l'amico, titolare del contratto d'affitto di casa, rientrato nell'appartamento verso l'ora di pranzo.Entrambi hanno poi fornito versioni discordanti, negando l'addebito della sostanza ritrovata.

Secondo la versione fornita dall'indagato italiano, la marjiuana gli sarebbe stata consegnata qualche giorno prima da un altro albanese, per "pagare" un debito che aveva contratto con lui di circa 340 euro, spiegando poi di voler restituire la sostanza, in quanto non avrebbe saputo cosa farci. Ma secondo il giudice i due avrebbero avuto la disponibilità in comune delle sostanze ritrovate, non solo perchè custodite all'interno della credenza senza alcuna forma di occultamento, ma anche in virtù oltre della presenza in casa di un bilancino di precisione e del materiale per il confezionamento delle dosi. Oggi il giudice Giangamboni ha disposto per l'indagato albanese  (avvocato Cristian Giorni) la custodia cautelare del carcere, mentre  per l'italiano (avvocato Luca Pietrocola) la revoca della misura cautelare del carcere con gli arresti domiciliari. 

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