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Cronaca Todi

Anniversario Strage Capaci: Todi, Pizzichini ricorda Falcone

L'ex presidente del consiglio e oggi consigliere per il Pdl fa una riflessione sulla mafia e la criminalità organizzata. Pizzichini però ammonisce: "In Umbria si deve vigilare"

In Umbria si deve vigilare”. Inizia con queste parole una importante riflessione che Floriano Pizzichini fa nel giorno dell'anniversario della morte di Giovanni Falcone, assassinato in quella che dai media è stata definita come la strage di Capaci: “ Vent'anni fa moriva Giovanni Falcone. Moriva ucciso dalla mafia. Moriva per  lo Stato, per gli italiani, moriva per la Giustizia. Moriva per non aver mai  chinato il capo, per non essersi arreso, perché la mafia, come ci ha insegnato  "è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine".

Una fine, però lontana, se la coscienza del Paese non prenderà atto che oramai  la mafia ha assunto forme sempre piu' complesse e articolate nella società. Non  c'è piu' la lupara e la coppola siciliana ad individuare una tipologia di  malavita. La mafia è un fenomeno culturale. E' culturale l'idea della  raccomandazione, è culturale l'idea dell'appartenenza ad una schiera di  privilegiati, è culturale il senso del distacco dalle istituzioni e dall'uso di  esse per propri fini”.

“La mafia a mille forme oggi- continua Pizzichini che vuole tenere alta l'attenzione- ha le forme del traffico della droga, del riciclaggio, del racket, dello sfruttamento della  prostituzione. Ma ha anche la forma dei grandi capitali finanziari,  dell'evasione, delle concentrazioni di potere. La mafia si sconfigge, come ci  ha insegnato Falcone, combattendo e avendo il coraggio di morire. Dobbiamo far  morire dentro di noi l'idea di essere al di fuori o contro lo Stato, dobbiamo  far morire dentro di noi il senso di distacco nei confronti delle istituzioni e  distinguere il loro valore da quello di chi le rappresenta, a volte, spesso, male.

L'allarme che viene lanciato dal consigliere comunale del Pdl è chiaro: “La malavita  organizzata non trova piu' la sua patria nel solo Sud Italia. Anche l'Umbria,  anche quelle terre che ci siamo illusi potessero rimanere isole felici, devono  vigilare su fenomeni che surrettiziamente provano ad insinuarsi nel gangli  vitali del nostro sistema economico e sociale. I fatti di Perugia sono solo  l'aspetto superficiale di un sistema che si sta impadronendo della nostra  regione, che trova terreno fertile se non reagiamo in fretta, se non  comprendiamo che la politica tutta, di ogni colore, deve schierarsi compatta  contro le mafie, e non dividersi e indebolirsi difronte ad esse. A questo deve  valere il sacrificio di Falcone, di Borsellino e di tutti coloro che hanno  perso la vita in nome di un ideale chiamato Giustizia”.

 

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