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Cronaca

"Aggressione violenta e immotivata" nei corridoi dell'Accademia, il Tar conferma la sospensione della studentessa

La giovane è stata allontanata dalle lezioni e dagli esami per un anno

Aggredisce per tre volte una connazionale sotto gli occhi di una professoressa dell’Accademia di belle arti con una violenza tale che per il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria la sospensione di un anno dalla frequenza dell’istituto non appare spropositata. La studentessa cinese, assistita dall’avvocato Leonardo Orioli, ha presentato ricorso contro la sanzione disciplinare consistente nella interdizione dalla frequenza dalle lezioni e nella sospensione dagli esami di profitto inflittale dopo gli episodi avvenuti in Accademia, chiedendo anche la sospensione cautelare, sostenendo che la sanzione sia sproporzionata, sottolineando il “divario tra una banale condotta ostile nei confronti di un’altra studentessa e la predetta sanzione disciplinare”, e la circostanza che l’impossibilità di sostenere esami mette a rischio la sua stessa permanenza in Italia.

L’Accademia di belle arti, assistita dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato ha sottolineato la tardività del ricorso, “e comunque la piena correttezza della sanzione, alla luce della estrema gravità del comportamento della ricorrente”. Comportamento che è stato ripreso in un video finito prima in consiglio accademico e poi depositato agli atti. Nel verbale del consiglio accademico si legge che “dopo aver visionato le registrazioni video di quanto denunciato dalla professoressa …, ha potuto constatare la gravità di quanto accaduto e del livello di aggressività mostrato dalla studentessa … nei confronti della sua connazionale alla presenza del fidanzato, che è stato presente nel corso dell’aggressione, ripetuta per ben tre volte nell’arco della mattinata”. L’altro studente presente, “non è minimamente intervenuto (e per questo è stato a sua volta sanzionato con la sospensione per sei mesi)”.

La studentessa si è giustificata sostenendo che “la connazionale l’avrebbe offesa (profferendo ‘pesanti considerazioni riguardanti la mia persona’)” e a sostenere, nel ricorso, che la connazionale avrebbe avuto una reazione “eccessiva e spropositata”. Per i giudici amministrativi “il comportamento della ricorrente, per come definito negli atti, è assai grave” e che “va sottolineato che le aggressioni sono state rivolte contro una collega nei locali dell’Accademia e sono rimaste prive di una effettiva spiegazione (quella data dalla ricorrente richiama circostanze del tutto generiche ed inidonee a mitigare la sua responsabilità; neanche è plausibile che, ad innescare la reiterazione, sia stata la reazione dell’aggredita, posto che di ciò negli atti non vi è traccia, e che anche il referto del pronto soccorso - presso il quale la ricorrente ha ritenuto di recarsi soltanto il giorno successivo all’accaduto – non indica nulla di ulteriore rispetto ai segni che possono derivare da un tentativo di difesa)”.

Ne consegue che la sanzione “non può ritenersi sproporzionata o comunque illogica” e neanche la più afflittiva, visto che si può arrivare fino all’espulsione.

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