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Cronaca

Perseguita la vicina di casa e la manda in ospedale con il naso e le costole fratturare: processata

La donna, in più occasioni, ha insultato, minacciato e picchiato una signora. Una sera i Carabinieri l'hanno trovata su un'impalcatura con un sasso in mano mentre cercava di rompere il vetro di una finestra

Una signora di 56 anni, difesa dall’avvocato Massimiliano Manna, è finita sotto processo con l’accusa di stalking nei confronti di una 50enne perugina. Costituitasi parte civile tramite l’avvocato Ilario Taddei.

L’imputata è accusata di avere perseguitato l’altra donna “in luoghi pubblici, con condotte reiterate di molestia, minaccia e ingiuria, nonché con appostamenti sotto casa”, cagionandole “un perdurante e grave stato di ansia e paura” e ingenerando “un fondato timore per l’incolumità propria”, costringendola a cambiare le abitudini di vita.

Nel capo d’imputazione la Procura di Perugia contesta diversi episodi, a partire dal primo agosto del 2020, quando l’imputata avrebbe inveito “senza motivazione alcuna” nei confronti della persona offesa che si trovava all’interno di un locale in centro storico a Perugia. La sera stessa i Carabinieri intervenivano presso l’abitazione della vittima perché l’imputata si era arrampicata sull’impalcatura che avvolgeva lo stabile, per via di lavori di ristrutturazione, e con una pietra cercava di rompere il vetro della finestra della camera da letto della persona offesa, urlando: “Ti ammazzo”.

A Natale, invece, ogni occasione di incontro diventava per l’imputata motivo di insulti, per strada, quando la parte offesa si affacciava alla finestra o usciva a fare compere. Un giorno, vedendo che la vittima era seduta al tavolino di un bar, si precipitava addosso, le si sedeva sulle sue gambe e le diceva: “Ti spacco il naso, ti ammazzo brutta put…”.

A marzo del 2021 l’aggressione davanti al portone di casa dopo averle detto: “Te ne devi andare di qua. Aggressione che si ripeteva quando la vittima andava a comperare il pane nel forno vicino casa. L’imputata la inseguiva dentro e le urlava: “Tu qui non ci devi venire. Ora t’ammazzo, put…” e inseguiva la vittima nel piazzale, strattonandola per i capelli, gettandola a terra e tempestandola di calci e pugni. Provocandole la frattura del naso e contusioni multiple di 30 giorni.

Altra aggressione due settimane dopo, davanti ad una pizzeria, con la vittima che si rifugiava in una stanza privata e il proprietario del pizzaiolo che invitava l’imputata ad uscire se non doveva comperare nulla. Allora la donna, continuando a insultare la persona offesa, chiedeva un pezzo di pizza e se ne andava.

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