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Cronaca

Vende telefoni con schede intestate ad un ignaro cliente: agente assolto dall'accusa di truffa

Oltre all'agente accusato di truffa, a finire a processo anche due clienti che avevano acquistato "a domicilio" i cellulari con le schede intestate ad un ignaro malcapitato. Tutta la vicenda

Un agente di una compagnia telefonica è finito a processo, insieme a due suoi clienti, con l’accusa di falso, ricettazione e truffa. La storia prende le mosse dopo la denuncia alla polizia postale di un uomo che aveva sottoscritto con una compagnia  un abbonamento telefonico, consegnando, come da prassi, i suoi dati personali per il contratto. Finchè non si accorge che dal suo conto corrente, venivano prelevati pagamenti per altre utenze telefoniche, attivate a sua insaputa. 

Dopo la denuncia, presero piede le indagini che portano all’individuazione del presunto responsabile, un agente residente nell’orvietano-difeso dall'avvocato Michele Capocchi- finito nel mirino della giustizia con l’accusa di falso e truffa, colpevole secondo l'accusa di aver clonato la scheda sim della parte offesa con conseguente danno-si legge nel capo d’imputazione- per l’abbonato e per la società per cui lavorava.

A finire nella bufera, anche due uomini, a processo per ricettazione (difesi da Massimo Brazzi e Carlo Bizzarri) Avrebbero acquistato a domicilio i telefoni dall’agente, con le schede che però erano intestate all’ignaro malcapitato. I fatti risalgono al 2008 e solo oggi è arrivata la sentenza di assoluzione per i tre imputati. 

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