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Cronaca

Quest'Umbria che non "decolla", e si pensa al ridimensionamento dell'aeroporto

E' sceso in campo questa volta a difesa dell'aeroporto San Francesco d'Assisi il sindacato Fit-Cisl che ha protestato contro il paventato ridimensionamento dello scalo, ritenendo che vada invece sviluppato e chiedendo così una "presa di coscienza" da parte delle Istituzioni

L’Umbria è tagliata fuori, o almeno, l’Umbria non è collegata bene come le altre regioni. Un problema che da anni viene ribadito dalla classe politica locale e che, come sempre, chiede maggiori tratte aeree e pure quella linea ferroviaria super veloce. A scendere in campo però questa volta è Fit-Cisl che per bocca del presidente regionale Gianluca Giorgi e l’aggiunto Gianni Martifagni, dichiara di “ritenere  fondamentale che l’aeroporto 'S. Francesco di Assisi' sia promosso da tutti coloro che hanno interesse che l'Umbria decolli dalla condizione di isolamento in cui oggi si trova”.

Un messaggio chiaro che non ammette repliche quello della Fit-Cisl che vuole inoltre denunciare la mancanza di interesse dimostrata “da chi oggi dovrebbe sostenere quel piano triennale di sviluppo, che è stato presentato in occasione del passaggio dal vecchio al nuovo Aeroporto e che ha previsto cospicui investimenti. 21,000,000 milioni di euro da parte della Regione Umbria; 19,000,000 da parte di Enac e 27,000,000 da parte della Presidenza del consiglio dei Ministri”.

Un totale che ammonta in tutto a circa 60.000.000 milioni di euro. Soldi che hanno permesso un sostanziale incremento dei voli e dei collegamenti, nonché un netto aumento dei viaggiatori, che sono passati da circa 45.000 (2006) a 220.000 ( 2013).  “È però giusto ricordare – dichiarano Fit-Cisl - che quanto ottenuto è stato possibile anche grazie all'impegno di tutti i lavoratori, che sono passati dalla gestione di un aeroporto casalingo ad un sistema molto più strutturato ed impegnativo”.

Quello che però non comprende il sindacato “sono gli allarmi lanciati dai vertici aziendali e quale sia la causa che faccia passare in secondo piano questa importante realtà umbra e come si possa arrivare addirittura all’ipotesi di operarne un pesante ridimensionamento”

Ad intervenire anche il segretario generale regionale Cisl Umbria, Ulderico Sbarra, che ha invitato “tutti a una grande assunzione di responsabilità su una vicenda straordinariamente delicata che non può prestarsi né a giochi politici, né a rivendicazioni scellerate che potrebbero compromettere il futuro, strettamente legato al progetto Perugia-Assisi capitale europea della cultura e più in generale dello sviluppo positivo dell’intera regione”.

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