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25 aprile/ Nuovi partigiani: oggi si lotta per avere un lavoro per essere liberi e liberati

A Borgo XX Giugno e in via Masi ci sono i labari medagliati, sono state deposte le corone di fiori ai caduti, ci sono le istituzioni, i deputati e tutto quello che è tradizione. Ma il vero 25 aprile lo spiegano i ventenni che hanno deciso di portare avanti le lotte dell'Anpi

Cosa vuol dire essere partigiani oggi, quando i grandi vecchi non ci sono più o sono ormai pochissimi? Cosa rappresenta il 25 Aprile oggi, quando i nemici, almeno in Occidente, non sparano più ma invadono con la nuova 'arma' della finanza i Paesi più deboli? Due domande che ti vengono in mente quando la corona di fiori è stata deposta a ricordo dei martiti o resistenti delle forze di occupazione tedesche che hanno combattuto ormai a 68 anni fa. A Borgo XX Giugno o al Monumento di tutti i Caduti di via Masi risuona la melodia di una tromba che intona il "Silenzio" in ricordo di chi non c'è più.

Le istituzioni ci sono. Ci sono i deputati del Pd e del Movimento 5 Stelle. C'è anche l'area socialista del Pdl con Massimo Monni. C'è il sindaco Boccali e la Giunta. Ci sono le bandiere dei sindacati Cisl e Cgil. Quelle dei vendoliani sono più di quelle di Rifondazione. Ma certo, la sinistra storica non brilla. C'è sul palco l'avvocato Innamorati: 90 anni, austero, si commuove pensando a quei "compagni andati" e forse per come è ridotto il Paese oggi. C'è tutto quello che ci deve essere per un 25 aprile.

Ma quelle due domande - sul senso del 25 aprile oggi - restano nella testa come un'ossessione anche quando finnisce la cerimonia, ti giri, ti guardi intorno e ti accorgi che forse qualcuno ti può rispondere: una ventina di giovani con il fazzolettone dell'Associazione nazionale dei Partigiani. L'Anpi un tempo potente per eleggere anche sindaci e deputati. Ecco ci sono quei giovani partigiani, anzi tecnicamente "amici dei partigiani". Loro possono spiegare il senso di questo 25 aprile ai tempi della disfatta di destra e sinistra. 

"Essere partigiani oggi vuol dire rispettare e far rispettare la Costituzione che è la più bella del Mondo ed è la più giusta del Mondo": ripetono quei ragazzi poco più che ventenni. Eccola la Costituzione Repubblicana, con i suoi diritti, con il suo modello di società solidale, con il welfare, con i diritti e doveri di cittadino e, soprattutto con quello spirito etico e di correttezza che è un dovere, forgiare nella memoria e cercare di trasmettere a chi ti sta accanto. E poi, quel diritto fondamentale, che è il primo, quel diritto al lavoro che voleva essere il pilastro della nostra res-pubblica: affrancamento, libertà, famiglia, fine della schiavitù. Più forte di tutti doveva essere quel: "Una Repubblica fondata sul lavoro". Ad oggi invece, quel che manca è proprio il lavoro, ed è così che viene a mancare anche la libertà. Eccolo allora il senso di questo 25 aprile, il senso di una nuovo lottare per difendere il lavoro ed essere liberi. Come 68 anni fa quando la libertà era stata tolta dalle dittature. 

IL VIDEO DELLA CERIMONIA

 

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