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Il blog di Franco Parlavecchio - La Merkel? Magari fosse il nostro Presidente del Consiglio...

Ho tanta voglia di Merkel! Nessuna passione personale sia chiaro ma solo una dichiarata stima per una persona che ha regalato al suo Paese tanti anni di stabilità e credibilità nazionale ed internazionale. La statista tedesca non è un leader inventato ma una che ha ricoperto ruoli di primo piano dopo anni di formazione, ed ha svolto sempre il suo ruolo senza urla, senza insulti. Non sto parlando di perfezione ma sicuramente di un personaggio invidiabile, almeno per noi.

E’ vero, diventa quasi impossibile paragonare la nostra cultura con quella tedesca, per le peculiarità, per le differenze, ma la serietà che si respira nella politica tedesca dovrebbe rappresentare un modello per noi.

Mi piacerebbe molto pensare ad una donna Presidente del Consiglio Italiano ma passano nella mia mente solo figure di primissimo piano del nostro passato.

Soffermiamoci al presente: vi immaginate la terza carica dello Stato Laura Boldrini Presidente del Consiglio? O come direbbe lei, Presidenta? Prima dovrebbe finire di imbrigliarsi in dichiarazioni su aspetti lessicali e concentrarsi su questioni più concrete.   O la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi che secondo i suoi calcoli, dichiarati pubblicamente, avrebbe già dovuto lasciare la politica nel recente passato?

Il problema sia chiaro non è di genere ma solo di qualità della classe dirigente e della sua selezione. Noi, la ancora una volta eletta per la quarta volta consecutiva Merkel, non ce l’abbiamo. Lei è stata studentessa eccezionale, parla correntemente in russo, laureata in fisica, ha dedicato una quindicina d’anni alla scienza.

Forse dovremmo scegliere meglio la nostra classe dirigente? Va subito all’occhio la differenza con chi invece non è stato un campione negli studi. Il vicepresidente della Camera grillino Luigi di Maio, attuale candidato alla Presidenza del Consiglio, è inciampato più volte sulla grammatica italiana, in particolare sull’uso del congiuntivo.

Sembra strano come la Merkel sia così odiata in Italia. Non casualmente su di lei si sono abbattuti negli anni gli strali di tutti i politici nostrani, di tutti i colori, facendone quasi un capro espiatorio delle varie magagne non solo dell’Europa, ma anche dell’Italia. Non casualmente perché lei di responsabilità non ne ha, ma forse ha fatto comodo ai nostri politici attribuirgliene.

Il giorno in cui avremo in Italia gli stessi dati economici ed occupazionali della Germania, allora avremo tutto il diritto di criticare. Ma il giorno in cui avremo quei dati saremo talmente razionali e pragmatici da sedere con dignità attorno allo stesso tavolo di Angela o di un suo successore, sperando che quel giorno sia domani.

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