rotate-mobile
L'avvocato risponde

L'avvocato risponde

A cura di Isabella Tonzani

Acquisti on line: come recedere e riavere quanto pagato?

Una lettrice, Silvia S., ha effettuato un acquisto on line di alcuni capi di abbigliamento, da una ditta del settore. Arrivata la merce, si è accorta che era diversa da quella ordinata, sia per i materiali impiegati, meno pregiati di quelli promessi sia per la confezione dei vestiti. Chiede dunque se ha il diritto di recedere, dal momento che sul sito nulla era indicato sul punto, e di ottenere la restituzione di quanto ha pagato.

128_ecommerce_454-2  IL QUESITO: Una lettrice, Silvia S., ha effettuato un acquisto on line  di alcuni capi di abbigliamento da una ditta del settore. Arrivata la merce, si è accorta che era diversa da quella ordinata, sia per i materiali impiegati, meno pregiati di quelli promessi, sia per la confezione dei vestiti. Chiede, dunque, se ha il diritto di recedere, dal momento che sul sito nulla era indicato sul punto, e di riottenere quanto ha pagato.

 COSA DICE LA LEGGE: Il campo dell'e-commerce  e cioè degli acquisti effettuati on line, tramite computer, sta diventando il campo in cui ormai, sempre più spesso, si decide la sopravvivenza di molte ditte e società, tanto è diventato popolare tra i consumatori.

La legge che regola i contratti a distanza, perchè così vengono definiti i contratti stipulati fuori dei locali commerciali delle aziende,  è il D.Lgs. 22 maggio 1999 n. 1985 che ha dato attuazione alla Direttiva CEE 97/7/CE.

Per essere chiari, fanno parte dei contratti a distanza:

quelli conclusi mediante catalogo; con pubblicità a stampa con buono d'ordine; via telefono (con o senza operatore); via radio; con videotelefono; via computer; con posta elettronica; con fax; le televendite.

Ne sono esclusi:

quelli relativi ai servizi finanziari, quelli conclusi tramite distributori automatici, quelli fatti con operatori delle telecomunicazioni effettuati tramite telefoni pubblici, quelli relativi alla costruzione o compravendita di immobili, quelli conclusi in occasione di aste.

L'art. 52 del D.Lgs. 185/99 stabilisce che il professionista/venditore, prima della conclusione del contratto, deve fornire informazioni al consumatore su:

- l'identità del professionista che fornisce il bene o il servizio;

- le caratteristiche essenziali del bene o servizio e sul suo prezzo comprensivo di tasse e imposte;

- le spese di consegna e le modalità di pagamento; le altre forme di esecuzione del contratto;

- l'esistenza o l'esclusione del diritto di recesso, comprese le modalità e i tempi di restituzione o ritiro del bene in caso di esercizio del diritto di recesso;

- il costo dell'utilizzo delle tecniche di comunicazione a distanza se diverse dalla tariffa base;

-  la durata minima del contratto per la fornitura di prodotti o la prestazione di servizi ad esecuzione continuativa e periodica.

L'art. 59 del D.Lgs. 185/99 prevede che, nel caso di contratti conclusi tramite l'uso di strumenti informatici o telematici, l'informazione sopra descritta, sul diritto di recesso e sulle caratteristiche della merce deve essere fornita nel corso della presentazione del prodotto oggetto del contratto: ciò vuol dire che sul sito web deve essere indicato in maniera chiara e precisa quando e come si può recedere.

Il professionista deve, poi, fornire anche un'informazione scritta sul diritto di recesso, non oltre il momento in cui viene effettuata la consegna della merce all'acquirente.

Il termine ordinario per il recesso è di 10 giorni lavorativi dalla consegna della merce: questo però soltanto se c'è stata la corretta informazione sopra detta.

In caso contrario, come sembra essere nel caso di specie, i 10 giorni per il recesso decorrono dal giorno in cui il venditore comunica queste informazioni al consumatore ma in ogni caso, il recesso non può essere effettuato oltre il termine di tre mesi dalla conclusione del contratto.

Come si recede?

Inviando una  lettera raccomandata inviata all'azienda e restituendo per posta o personalmente il bene integro (cioè nel normale stato di conservazione). Se si tratta di pc o oggetti telematici, invece, questi non devono essere stati tolti dall'imballaggio).

La comunicazione di recesso può essere inviata anche via mail o via fax, purchè entro 48 ore sia confermata inviando anche una raccomandata con avviso di ricevimento.

L'indicazione (chiara) delle informazioni sul prodotto e sulle modalità di recesso sono una tutela anche per le aziende o per chi fornisce il bene o servizio; infatti, se queste vengono omesse, la legge prevede l'applicazione di una sanzione amministrativa da € 3.000 ad € 18.000 (art. 62 D.Lgs. 185/99).

LA RISPOSTA DELL'AVVOCATO:

La nostra lettrice, dal momento che sul sito web nulla era detto in merito al diritto di recesso, può recedere anche oltre i 10 giorni lavorativi dalla consegna della merce.

Può invece recedere entro 10 giorni lavorativi dalla successiva comunicazione delle informazioni (sul prodotto e sul diritto di recesso) da parte della ditta ma, in ogni caso, non oltre i 3 mesi dalla conclusione del contratto, inviando una raccomandata con avviso di ricevimento all'azienda venditrice ed effettuando la restituzione, per posta, della merce, ben conservata.

Naturalmente, a fronte di questo, la ditta ha il dovere di restituire alla nostra lettrice tutte le somme pagate per la merce acquistata, compresa l'eventuale caparra versata (art. 67 D. Lgs. 185/99). Anche le eventuali spese di spedizione devono essere rimborsate se erano comprese nel prezzo, mentre se  erano state addebitate a parte non dovranno essere rimborsate ma il venditore non può addebitare all’acquirente nessun altro onere.

Rimangono a carico dell’acquirente le sole spese di spedizione per la restituzione del bene.

Il venditore ha 30 giorni di tempo per rimborsare l’acquirente.

Si parla di

Acquisti on line: come recedere e riavere quanto pagato?

PerugiaToday è in caricamento