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INVIATO CITTADINO Villa Urbani non deve morire

Sparirebbe un attivo presidio di cultura e socialità. Ma il Comune sembra intenzionato a volersene liberare

Villa Urbani non deve morire. Sparirebbe un attivo presidio di cultura e socialità. Ma il Comune sembra intenzionato a volersene liberare. Tanto che quell’edificio, circondato da un giardino all’italiana, è stato messo all’asta per ben due volte. Fortunatamente l’asta è andata deserta. Poi tutto fermo. Perché, se fosse andata deserta una terza volta, sarebbe stato possibile accedere a un consistente ribasso che l’avrebbe resa appetibile ai più rapaci investitori. Trattandosi di un bocconcino edilizio e naturalistico di lusso, in piena città.

Intanto alcune parti stanno andando in malora e pare non ci sia – almeno per ora – l’intenzione di porre rimedio agli acciacchi che affliggono questo splendido edificio, ispirato ai principii dell’Art Nouveau.

Prova ne sia il fatto che è inibito l’accesso al secondo piano, sbarrato da una tavola chiusa a lucchetto, per questioni di sicurezza. Infatti le travi del tetto sono ammalorate e potrebbero cedere. Le infiltrazioni di acqua rendono tutto precario. 

Ci si chiede: come mai non si è finora provveduto? Perché si è lasciato che il degrado arrivasse a questo punto? 

FOTO - Villa Urbani, storia e cultura

 

(foto Sandro Allegrini)

Con questa chiusura saltano iniziative qualificate e qualificanti, come il cineforum: difatti a quel piano è attivo un efficace sistema di oscuramento. Per non parlare delle due stanze adibite a ufficio e delle raccolte librarie di letteratura (prosa e poesia) e di informatica non consultabili, non potendo accedere a quei locali.

Vengono così a interrompersi attività che mettono in dialogo la struttura di Villa Urbani con un’utenza ampia e diversificata. Pensiamo alle famiglie, agli anziani, alle scolaresche che vengono al mattino. Senza trascurare i disabili, frequentatori dei diurni, che accedono di frequente a questo luogo. Inoltre è comune la presenza di studenti che utilizzano i luminosi locali e i collegamenti internet veloci e gratuiti.

Il giardino che circonda la villa è ampio, ombreggiato da lecci e con un cipresso storico di gigantesche proporzioni. A ciò si aggiunga una stupenda limonaia, ampia e potenzialmente utilizzabile in maniera polivalente. Al momento è transennata per questioni di sicurezza. E soprattutto perché potrebbe essere invasa da occupanti abusivi che sarebbe poi difficile sloggiare. Ma anche la limonaia è una risorsa che andrebbe recuperata e valorizzata.

Insomma: abbiamo, in piena città, un potente attrattore di pubblico, uno strumento culturale che ci vorrebbe poco a rimettere in piena efficienza. Basterebbe destinare un modesto investimento per farne un fiore all’occhiello. Profumato di storia e di cultura. Perché mandarlo sprecato?

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