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INVIATO CITTADINO - Venduta la raccolta cinematografica di Stefano Rossi, resta a Perugia tutto quello che riguarda l'Umbria

Un primo lotto è stato venduto a un esperto collezionista. Un secondo lotto di minor valore è finito in altre mani. Ci sono voluti ben due camion per trasferire questa seconda tranche

Venduta in blocco l’eredità del collezionista Stefano Rossi, un fiore all’occhiello della cultura cinematografica perugina. Vi racconto come sono andati i fatti, dopo la morte del perugino che adorava la celluloide.

Stefano teneva con cura maniacale quelle rarità e aveva cose veramente preziose, che nemmeno lui conosceva in modo dettagliato. Si trattava di ore e ore di filmati che sarebbe stato impossibile visionare completamente.

Oltre ai film commerciali, Stefano coltivava orgogliosamente una collezione di filmati amatoriali e privati (molti su Perugia) che aveva tenacemente salvato dalla dispersione. La sua specialità erano i cinegiornali che, in sala, precedevano il film: Settimana Incom, Cinegiornale Luce e altri.

Disponeva di una notevole quantità di film in 16 millimetri, accuratamente selezionati per caratteristiche e tipologie. Li trattava con religiosa cura, spinto da un amore indefettibile. Li conservava in un ambiente idoneo, li trattava con cura maniacale preservandone lo stato di salute.

Mi aveva raccontato: “Ho comprato negli Stati Uniti delle macchinette per aggiuntare le rotture. Tratto con liquidi speciali, da me stesso preparati, la celluloide per evitarne la disidratazione. Riavvolgo strette le pellicole, per salvaguardarle da piegature e polveri, ma soprattutto dall’acitosi, il cancro di questi materiali”.

Il pregio di quella collezione era anche costituito da rarità di carattere documentario (film privati, girati da famiglie benestanti, anche perugine). Ma il suo punto di forza erano i 27 film editi dalla San Paolo Film in 8 mm ottico, che avevano bisogno di una macchina da proiezione speciale. Ma Stefano ce l’aveva: una rarità!

Stefano aveva cominciato facendo l’operatore al cinema dei Salesiani/don Bosco (oggi cinema Sant’Angelo) negli anni ’50 e ’60 del Novecento. A 15 anni, andava a Roma a ritirare le pellicole per i vari cinema perugini. Una passione, quella per le pellicole, assoluta e totalizzante.

Raccontava che molte copie, arrivate ad esaurimento perché deteriorate, andavano al macero e lui si premurava di recuperarle. Praticamente le ha avute a costo zero.

Teneva quei materiali ordinatamente disposti in scaffalature. I film, all’interno delle valigette originali, con etichetta del titolo a vista. Molte pizze per terra, specie quando erano il risultato della fusione di più filmati. Qualche volta le abbiamo visionate insieme a Fabio Melelli e Adriano Piazzoli che mi permisero di contattarlo, intervistarlo e divenirgli amico. Anche il film maker Michele Patucca lo frequentava e ne trasferiva alcune pellicole su cd. Oggi Michele detiene un vero tesoro di carattere storico-documentario-antropologico, praticamente unico per far luce su costume e costumi della peruginità. Perfino la Rai gli chiede il suo contributo per documenti filmati e testimonianze altrimenti irreperibili.

Ora ho avuto notizia della vendita in blocco del materiale. L’Inviato Cittadino ne ha parlato con l’amico Fabio Melelli, il narratore principe della storia del cinema, nonché estimatore di Stefano Rossi. Ecco lo stato dell’arte di quell’immenso patrimonio.

Un primo lotto è stato venduto a un esperto collezionista. Un secondo lotto di minor valore è finito in altre mani e sarà probabilmente oggetto di scambio e vendita nel mercato del collezionismo minore. Ci sono voluti ben due camion per trasferire questa seconda tranche.

Infine – e questa è la bella notizia – per volontà espressa di Stefano, tutto ciò che riguardava l’Umbria è stato conferito nelle mani esperte di Michele Patucca che saprà farne un uso congruo, rispettando il nome e la memoria dell’amico Stefano.

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