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Ricerca e innovazione, l'incubatore dell'Università è al servizio del territorio: ecco la "casa" delle spin off dell'Ateno

Inaugurata la struttura che accoglierà le realtà innovative che puntano sul futuro

Università al servizio della ricerca, dell'innovazione e del territorio anche grazie al nuovo Incubatore della ricerca applicata e delle start up innovative dell’Università degli Studi di Perugia che è stato inaugurato  al Polo d’Ingegneria. Una realizzazione con la quale l’Ateneo porta a compimento un progetto in linea con un lungo e consolidato impegno istituzionale a favore del trasferimento tecnologico e della promozione e creazione di imprese innovative.

  “Accompagneremo, sostenendole e valorizzandole, idee sperimentali che nel panorama attuale ritengo possano davvero fare la differenza – ha commentato il rettore Franco Moriconi - Tali idee trarranno indubbio beneficio dai servizi e dai saperi multidisciplinari che l’Università ha il dovere, lo sottolineo, di condividere con la collettività. Abbiamo sempre creduto in questa visione e oggi facciamo un ulteriore, importante, balzo in avanti in questo percorso, lungo il quale fortunatamente non siamo soli, avendo al nostro fianco altre istituzioni che operano nella medesima direzione. Vorrei sottolineare, a questo proposito, il ruolo fondamentale della Regione, che ha condiviso fattivamente lo spirito di questo progetto, garantendo un importante cofinanziamento”.

VIDEO Inaugurato l'Incubatore d'Ateneo, il coordinatore Nadotti: "Le imprese hanno bisogno d'innovazione"

“Un incubatore è un luogo destinato a ospitare iniziative di impresa collegate alla ricerca che si chiamano spin off: l’Università degli studi di Perugia è impegnata in questo campo oramai da parecchi anni – ha rimarcato il professor Loris Nadotti, delegato ai brevetti, innovazione e trasferimento tecnologico e coordinatore dell’Incubatore, rappresentanti delle Istituzioni ed esponenti di spin off accademiche - Abbiamo cominciato nel 2004 e di queste imprese ne abbiamo fatte nascere più di 50, una trentina sono ancora attive, crescono e sono una realtà produttiva. Le attività di queste imprese innovative danno luogo a fenomeni di contaminazione: è importante che tali imprese possano essere ospitate, in una fase di avvio, in un luogo che sfrutti gli effetti della prossimità, dove si possa massimizzare quella è che la cultura della innovazione: laddove c’è la ricerca universitaria questa possibilità è molto più marcata. L’incubatore – ha spiegato ancora il professor Nadotti - è stato realizzato dall’Università degli Studi di Perugia ma ha goduto di sostegno significativo da parte della regione Umbria che ci ha aiutato a completare l’opera con gli stanziamenti per gli allestimenti dell’incubatore. Fa parte di un progetto più ampio, quello del LivingLAB, che punta a far diventare l’Umbria una regione basata sulla conoscenza, sull’uso a fini produttivi della ricerca”.

L’assessore regionale Antonio Bartolini ha rilevato come “l’Incubatore dell’Ateneo rappresenti  il tassello più importante di un ecosistema che stiamo portano avanti per l’innovazione, per mettere in rete tutti i Poli dove si svolge questa attività e dove un ruolo importante riveste il LivingLAB. Il trasferimento tecnologico – ha concluso l’assessore Bartolini – è fondamentale per creare un valore economico”.

E’ seguito l’intervento tecnico dell’ ingegner Andrea Alunni, con un’esperienza decennale all’ Università di Oxford nel settore del trasferimento tecnologico. “Il trasferimento tecnologico non è un tema che investe soltanto la finanza: riguarda soprattutto la qualità delle persone che vengono coinvolte – ha sottolineato l’ingegner Andrea Alunni,con un’esperienza decennale all’ Università di Oxford proprio nel settore del trasferimento tecnologico -. Persone che sono capaci di trasformare un'idea in un prodotto attraverso alcuni passaggi chiave (protezione della proprietà intellettuale, sviluppo della proprietà intellettuale, prototipi); tappe cruciali per attrarre aziende che possano immaginare l’utilizzo di queste idee in nuovi prodotti e servizi. Per giungere poi, finalmente, al venture capital o ai business angels che possano investire per lanciare nuove imprese. Quindi un percorso che è basato essenzialmente sulle persone da formare o da attrarre lì dove svolgano questo ruolo, e poi la finanza arriverà. Perugia potrà riuscire a costruire questo ponte attraverso l'inserimento dentro l'incubatore di tutti questi elementi chiave che sono, appunto, non solamente un luogo fisico”.

Spazio poi per alcune testimonianze da parte dei rappresentanti di spin off dell’Ateneo che hanno illustrato le proprie attività di ricerca e d’impresa: Luca Roselli per Luna Geber Engineering (Oggetto sociale: Progettazione, produzione e manutenzione di componenti, circuiti, sistemi elettronici operanti fino alle frequenze delle microonde e il relativo firmware/software di gestione – Anno di costituzione 2019); Roberto Spogli per Prolabin & Tefarm (Realizzazione di un laboratorio di produzione e sviluppo di materiali inorgano-organici nanostrutturati quali additivi di polimeri, componenti attivi di preparazioni cosmetiche-farmaceutiche e catalizzatori eterogenei – 2008); Lorenzo Sani e Martina Paoli per UBT - Umbria Bioengineering Tecnologies (Nuovo mammografo a microonde – 2015); Franco Cotana per BIOVIRIDIS (Servizi nel settore della chimica verde e di protezione ambientale. Studio di materiali e biomateriali innovativi, in particolare nel settore dei coloranti naturali – 2017).

Università, inaugurato l'incubatore della ricerca

L’Incubatore della ricerca applicata e delle start up innovative dell’Università degli Studi è collocato in località Santa Lucia all’interno del Polo di Ingegneria, eattualmente è costituito da 5 locali, suddivisi in 17 postazioni. Mette a disposizione spazi e servizi (sia a titolo gratuito che oneroso), a ricercatori, titolari di assegni di ricerca, dottorandi, specializzandi, studenti e personale tecnico-amministrativo dell’Università che intendano attivare nuove imprese o sviluppare idee innovative, valorizzando la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. E’ destinato a diventare uno spazio laboratoriale, espositivo e di dialogo, permanente e multidisciplinare, utile a sviluppare nuove professionalità e a valorizzare in termini imprenditoriali, mediante il contatto con i centri di ricerca accademici, il patrimonio culturale, le competenze e le tipicità presenti nelle produzioni della Regione Umbria.

La nuova struttura accoglierà e assisterà in via prioritaria le aziende spin off della ricerca, ma potrà ospitare, in funzione degli spazi disponibili, anche start up innovative non di stretta derivazione universitaria, fornendo gli stessi servizi a tariffe convenzionate.

La realizzazione dell’Incubatore è stata resa possibile anche grazie al contributo offerto dalla Regione Umbria a valere sul Piano di Azione e Coesione (PAC) Umbria.

A dicembre 2017 si sono conclusi i lavori edili previsti dal 1° stralcio funzionale e nel corso del 2018 sono state avviate le procedure amministrative, volte a garantire il completo funzionamento degli spazi dell’Incubatore.

Le attività dell’incubatore saranno guidate da un coordinatore, il professor Loris Nadotti, Delegato del Rettore al trasferimento tecnologico e da un comitato di coordinamento e indirizzo, composto, oltre che dal coordinatore Nadotti, dai professori Ermanno Cardelli e Alessandro Montrone, dalla Responsabile dell’Area per la Progettazione, Valorizzazione e Valutazione della ricerca, dottoressa Piera Pandolfi, e dalla Responsabile dell’ufficio ILO e Terza Missione, dottoressa Gina Olsen.

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