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INVIATO CITTADINO - Via delle Cantine, orinatoio come non mai. E il bagno del Comune è ancora chiuso

Malgrado l'intervento della Gesenu l'olezzo continua a disturbare passanti e residenti

Via delle Cantine, orinatoio come non mai mentre il bagno del Comune non è ancora aperto. Dovrebbe essere quasi completato ma l’accesso è sbarrato da una porta in truciolato, fermata da un chiavistello. A quando l’inaugurazione? Ritardo dovuto al coronavirus? Forse. Sta di fatto che, con la riapertura e il movimento delle persone, quel luogo è ancora più puzzolente di prima.

Malgrado l’intervento della Gesenu (la pulizia con lancia ad alta pressione e una disinfezione, effettuate sabato mattina), l’olezzo di orina toglie il fiato. Con la prossima stagione e con le temperature alte, ci sarà da accelerare il passo per evitare quel tanfo d’ammoniaca. Comprensione, e pietà, per chi abita lì vicino: fra gli altri anche un amministratore che si è efficacemente battuto per questa utile realizzazione, ancora incompiuta.

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È certo che, con la ripresa del consumo di birra a go-go, la diuresi sia aumentata. Tanto più che - riferiscono - qualche titolare di esercizio pubblico fa lo gnorri e si tiene nel cassetto la chiave del bagno. “Dopo ogni uso, la toilette va disinfettata, altrimenti c’è il rischio di incorrere in severe sanzioni. Occorre aspettare”. Insomma, tocca completare la sanificazione del bagno, ma ci sono clienti da servire. E chi ha necessità urgente… si adatta. Si diceva un tempo “Per i bambini buoni, la dolce Euchessina”. E i cattivi? “Si arrangino!”. E l’arrangiarsi consiste nel farla dove capita.

Il defensor civitatis Gianluca Papalini riferisce di aver constatato de visu gli abusi (che invero non sono cosa nuova) compiuti in via Ritorta. Uomini e donne (“perfino ragazze distinte, in abito da sera”) si sono 'liberati' in quello scorcio medievale, entrando sia dalle Volte, vicino a via Fratti, sia da sotto, ossia da via dei Priori. Al mattino, gli operatori della pulizia hanno intercettato deiezioni solide e liquide. Tutte umane.

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Che fare? Intanto, obbligare i commercianti a consentire l’uso del bagno. In poche parole: dove si assume liquido, là si deve poterlo smaltire. E poi anche il Comune dovrebbe attivarsi per portare a compimento la realizzazione di quel bagno in via delle Cantine. Vi abbiamo visto lavorare un operaio, prima del lockdown: ci disse che il completamento era in fase di arrivo (ne parlammo su queste colonne).

Ora, è pur vero che quel bagno è destinato al sesso maschile, come i vecchi vespasiani ormai cancellati. Ma, insomma: sarebbe comunque una valvola di sfogo... idrico. Sempre meglio che liberarsi contro il muro. Con le inevitabili conseguenze sanitarie e olfattive.

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