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LA STORIA Gli anziani non sono pacchi postali: "Tutta la nostra vita è qui, non ci mandate in esilio in un' altra casa di riposo"

Pagano con gran parte della loro pensione la propria quota di retta, vivono dignitosamente nonostante gli acciacchi, si sentono una grande famiglia a casa loro, i parenti vanno sempre a trovarli a piedi nella piccola casa di riposo. Ma i soldi il Comune per la struttura non vuole o non può più metterli, per passare sotto la regione ci vogliono mesi...

Non sono pacchi da spostare da un magazzino all'altro perchè è più conveniente. Non sono statue senza sentimenti, senza piccole passioni, senza vita. Sono semplicemente i nonni di Nocera, ma da oggi potremmo definirli i nonni di tutta questa nostra sempre più canuta Umbria. Una decina tra uomini e donne che vivono come noi e vogliono starsene nel loro paese dove hanno fatto la storia silenziosa, hanno lavorato, fatto figli in casa e pagato tasse. Nonni ancora lucidi, magari stanchi e fiaccati dagli anni ma che sanno benissimo quelle che vogliono: restare in questa piccola casa di cura per anziani a Nocera Umbra, immersa nel verde e con l'aria buona, a poche centinaia di metri dal centro storico e con i loro familiari che tutti i giorni, data la posizione, vanno a trovarli per portare medicine e fare quattro chiacchiere. Una casa di cura piccolina, essenziale ma che per loro è diventata una casa sicura: lo ripetono a più riprese "siamo una grande famiglia" e poi si conoscono da sempre tutti: "il paese è piccolo".

Hanno volti sorridenti, sono simpatici, socievoli e soprattutto le donne hanno conservato quella voglia di gestire la propria vita. Fino a poche ore fa hanno rischiato di essere esiliati in un altro comune: a Foligno. Motivo: la casa di cura in questione è una delle ultime rimaste a carico del Comune e non del sistema regionale sanitario. I soldi, secondo il sindaco Bontempi, non ce ne sono più: tutta la struttura con personale e spese di gestione dell'immobile si aggira intorno al 300mila. Occhio però: i nostri nonni di Nocera versano quasi interamente la loro pensione per stare nella casa di riposo, gli rimangono pochi spiccioli in mano. Loro pagano sempre, il Comune ha deciso che non è più in grado di farlo. Da qui l'idea di un passaggio burocratico fondamentale: trasformarla in casa di cura protetta e quindi sotto la gestione e il finanziamento regionale attraverso il piano sanitario regionale. Ma per fare tutto questo ci vuole: l'accordo della Regione - e l'assessore Barberini è disposto a dialogare - e una trafila burocratica importante. Dai 7 agli 8 mesi per ottenere la copertura finanziaria. Nel frattempo vorrebbero mandare i nostri nonni in una struttura di Foligno. Esilio temporaneo? Sinceramente ci credono in pochi. "Una volta partiti non si torna".

VIDEO-REPORTAGE: "NOI QUI STIAMO BENE, NON CI MANDATE VIA": PARLANO GLI ANZIANI

"Ma se hanno previsto anche il trasporto di tutti i materiali persino i letti". "Tutte le volte che a Nocera, dall'ospedale agli uffici, hanno parlato di temporaneo.. alla fine è stato definitivo". I volti dei nonni diventano tristi e scendono anche delle lacrime. "Ma li non conosciamo nessuno.. all'età nostra è difficile abituarsi". Ma lo spettro che fa più paura è la solitudine: il gruppo diviso, i familiari che da tutti i giorni faranno visita se tutto va bene una volta settimana - "Io faccio sempre visita a mio fratello.. ma anche io incomincio ad essere vecchia e non guido. Dovrei prendere un treno e poi un taxi...è disumano per tutti" -.

Al momento è stato sospeso tutto da parte del Comune di Nocera Umbra per fare ulteriori approfondimenti dopo che un comitato cittadino ha raccolto oltre mille firme ed ha presentato un esposto al Prefetto sulle condizioni di salute dei nonni e dei potenziali rischi post-trasferimento. Comitato, Comune e Regione saranno chiamati a trovare una soluzione: trovare le risorse per coprire la fase bruocratica che separa dal passaggio della gestione comunale a quella regionale. Questi 10 anziani meritano solo rispetto: uno perchè pagano la loro quota ogni mese ed hanno diritto di vivere al loro paese. Secondo: perchè prima, quando erano giovani, si sono occupati loro della città e delle famiglie. Ora che hanno bisogno loro non si può dire di no per scelte di bilancio. Ma come fare?

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