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Tradizioni - Al Borgo Sant'Antonio con l'acqua centerbe di San Giovanni: protegge dalle avversità e rende belle le donne

Con le offerte lasciate per le boccette profumate si restaurano pezzi d'arte presenti nel quartiere

Festa di San Giovanni al Borgo Sant’Antonio. Varie le iniziative di socialità, arte, cultura e gioiosa convivialità. Cena sociale aperta, prevista per stasera nel giardino dell’ex Enel, in via del Cane. Non si può purtroppo utilizzare per la liturgia l’oratorio di San Giovannino, inibito a causa dei lavori di ristrutturazione dell’edificio, con ingresso al civico 35, intervento lungamente atteso che la curia ha opportunamente promosso. La messa delle 11 si tiene presso la soprastante chiesa degli olivetani, intestata a S. Antonio abate.

“E stavolta – riflette un borghigiano – non ci sarà il nostro carissimo Giacomo Paris, frate cappuccino cresciuto alla Pesa, nostro consigliere spirituale, scomparso un anno fa”. Ma ci sarà la tradizionale consegna dell’acqua delle “centerbe”. Secondo tradizione, le donne hanno raccolto oltre cento fiori, erbe, essenze profumate selvatiche, mettendole a bagno in un catino per la durata della notte precedente la festa. Quell’acqua assume i colori e gli odori di quel macerato ed è considerata miracolosa: salva dalle malattie, protegge dalle avversità. Aspergendosi con quel liquido “di San Giovanni”, le fanciulle diventano più belle, la loro pelle diviene luminosa e anche l’animo si eleva. Tutto, naturalmente, nel solco dell’antropologia contadina che permea l’identità della gente del Grifo.

Naturalmente, il rito è efficace se quell’acqua è benedetta dal sacerdote. Anche stamane, in due ceste, erano esposte le boccette con l’acqua delle centerbe. Etichetta disegnata dalla pittrice Fabiola Mengoni. La gente, come al solito, lascia un’offerta che sarà destinata al restauro delle opere d’arte contenute nella chiesa. Già sistemate: la statua del santo del porcellino, la lunetta dell’Eterno Benedicente e altro. Attende il restauro l’organo storico: intervento per il quale si raccolgono contributi e donazioni. Per il momento se ne può ammirare l’aspetto e la tarsia, realizzata da Alberto Stafficci, posta all’inizio della scala che adduce alla cantoria.

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