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VIAGGIO NELLE PARROCCHIE - San Raffaele Arcangelo, la chiesa di Madonna Alta tra povertà, ritorno alla Messa e oratorio

Ripresa delle celebrazioni con i fedeli, nuove povertà e attività dell'oratorio (di difficile ma indispensabile attuazione): il mondo e la società visti dal punto di vista della parrocchia

Dopo oltre due mesi di “chiusura” e celebrazioni senza la partecipazione dei fedeli, la ripresa delle Messe alla parrocchia di san Raffaele Arcangelo di Perugia, è stata “felice”. Così la definisce don Alessio Fifi, parroco in questa chiesa collocata nella prima periferia di Perugia e conosciuta anche come Madonna Alta, parroco subentrato all’amato don Luigi Stella, scomparso nel 2016 dopo una lunga malattia.

“La parrocchia abbraccia circa 6000-6500 abitanti e non tutti i fedeli sono tornati a Messa dal 18 Maggio - ci racconta don Alessio - ma questo è comprensibile. In parte è stato meglio un ritorno diluito, perchè dovevamo capire bene come sarebbe stata la logistica con il contingentamento dei posti e le distanze da rispettare. Il ritorno per molti è stato come ritrovare l’aria da respirare…”.

A ripartire a Madonna Alta sono state non solo le celebrazioni eucaristiche, ma tutti gli altri momenti di preghiera, seguendo sempre rigorosamente le norme di distanziamento.

“Questa lontananza ci ha fatto tornare più motivati - osserva il sacerdote - abbiamo anche dovuto creare una ‘squadra’ di volontari per gestire la presenza delle persone alle Messe e questo è stato molto bello, molte persone si sono coinvolte in questa ricerca, rendendosi disponibili”.

Dalle parole del parroco di Madonna Alta, si capisce che tanti hanno sofferto durante il lockdown forzato, ma anche approfondito il legame con la fede in questo tempo. Inoltre la convivenza, racconta don Alessio, ha portato anche alcune riconciliazioni familiari.

Aumento delle povertà

Da sempre la Chiesa ha uno sguardo privilegiato sulla povertà: altra drammatica conseguenza della pandemia, è stato l’aumento delle situazioni di precarietà: “Per quanto riguarda questo, va detto che è arrivata prima la generosità delle persone, poi i bisogni. Molte persone infatti hanno fatto donazioni da subito, pensando a quanti potessero trovarsi in difficoltà per la mancanza del lavoro. Poi in effetti sono arrivate a chiedere aiuto qui persone che non l'avevano mai fatto, anche con tanta vergogna. Questa è stata ed è la situazione che non sappiamo come evolverà, ma temiamo che sarà lunga e dolorosa. I fenomeni di povertà sono sempre difficile da scandagliare: a volte i più poveri non chiedono, dipende dal carattere. La povertà è un mondo sommerso. Alle volte arrivano persone che è difficile aiutare, propaggini di povertà che non è facile sostenere, anche perché non abbiamo delle risorse enormi… a volte ci sono situazioni talmente gravi per cui non riusciamo a immaginare una via di uscita… l’aiuto economico non basta, se non li espone persino a rischio. In parrocchia il nostro diacono Silvio Rondoni è quello che si occupa di queste situazioni”.

La ripartenza dell’oratorio

Un tema che interessa molte, moltissime famiglie perugine (basti dire che negli anni passati i GrEst della diocesi di Perugia hanno accolto sul territorio circa 6000 bambini), ma è un tema caldo in tutta Italia: la ripartenza dell’oratorio con il suo gruppo estivo e le attività degli scout.

“Gli scout hanno una autodisciplina propria e ancora a livello nazionale l’Agesci sta studiando i protocolli per la ripartenza, le dinamiche associative sono particolari e vanno anche rispettate. Per quanto riguarda l’Oratorio - spiega don Fifi - abbiamo ricevuto il caloroso invito del nostro Cardinale a riaprire le attività e anche la CEI ha redatto un documento su questo tema, invitandoci a fare tutto quello che è possibile. Il Governo ha emesso delle linee guida per i centri estivi ma i protocolli esatti vanno concordati con la propria regione: in questi giorni aspettiamo l'approvazione di una bozza inviata dagli oratori umbri.

In realtà - continua il parroco di Madonna Alta - si tratta purtroppo di norme ai limiti dell’impossibile: non sappiamo come potremo riuscire a far giocare i bambini anche solo mezza giornata distanziati tra loro di un metro. Ufficialmente come parrocchia non abbiamo ancora deciso di aprire un centro estivo, forse lo faremo a luglio, ma il motivo per cui ho lasciato aperta la possibilità di farlo (pur essendomi reso conto della difficoltà di attuare i protocolli) è perché c’è un grande bisogno da parte delle famiglie, soprattutto di alcune famiglie e dei bambini, un immenso bisogno di relazionalità. Non sarà quindi quella di quest'anno un'esperienza di gioia e di vita per i ragazzi, ma più che altro un’occasione di fare un servizio alle famiglie”.

Nella parrocchia di San Raffaele anche la realtà delle suore del Bellocchio ogni anno propone un centro estivo a cui ricorrono molte famiglie: “Purtroppo anche le suore del sono davvero dispiaciute perché non potranno organizzare il centro estivo in queste condizioni, non potendo pagare gli educatori, dato che i costi del personale con queste norme sono insostenibili. Noi come parrocchia, potendo contare sull’aiuto dei giovani ragazzi, dei neo maggiorenni, possiamo sopperire almeno in parte a queste esigenze, anche se la situazione renderà molto pesante lo svolgimento di questa attività”.

Per gli aggiornamenti sul centro estivo della parrocchia di san Raffaele e sulle attività della parrocchia, don Alessio Fifi rimanda al sito www.sanraffaeleperugia.it/, che viene costantemente aggiornato sulla vita della comunità.

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