Decadimento del mesone B carico, la scoperta dei ricercatori dopo venti anni di esperimenti
La professoressa Claudia Cecchi, responsabile del gruppo Belle II all'Unipg: "La qualità del lavoro e l’interesse dei risultati testimoniano la maturità della collaborazione e ci rendono ottimisti e motivati nell’affrontare le sfide del prossimo futuro"
L'Università di Perugia annuncia con una nota che "l’esperimento Belle II nel laboratorio giapponese Kek di Tsukuba, a una settantina di chilometri da Tokyo, ha ottenuto la prima evidenza di un decadimento particolarmente elusivo del mesone B carico, una particella composta da un quark beauty e un antiquark". Lo studio, prosegue la nota, "è stato presentato recentemente in un seminario dedicato al CERN e pubblicato su arXiv, è in corso di pubblicazione sulla rivista Physical Review D".
L'esperimento, specifica l'ateneo, "è frutto di un’ampia collaborazione internazionale in cui il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Unipg è fra i principali protagonisti".
Il mesone B carico, sottolinea l'Unipg, "prodotto nelle collisioni tra elettroni e positroni dell’acceleratore SuperKEKB, è stato osservato decadere in un kaone carico, una particella costituita da un quark e da un antiquark, in un neutrino e in un antineutrino: una scoperta di particolare rilievo, perché fornisce informazioni preziose al fine della comprensione della materia e delle forze al livello più fondamentale". E ancora: "Nonostante questo decadimento sia stato cercato per venti anni, infatti, esso era rimasto inosservato: rivelarlo è stata un’impresa difficile – sottolineano i ricercatori e le ricercatrici coinvolti -, che ha richiesto il superamento di impegnative sfide tecnologiche e scientifiche".
“La frequenza con cui è stato osservato il decadimento è più alta di quanto ci aspettassimo di misurare - spiega la responsabile del gruppo Belle II all'Unipg, la professoressa Claudia Cecchi, del Dipartimento di Fisica e Geologia e ricercatrice associata all’Infn -. Potrebbe essere un segno di qualcosa di nuovo o semplicemente una fluttuazione statistica: serviranno più dati per trovare risposta a questo interrogativo. L’esperimento Belle II oggi è l’unico che ha accesso a questa misura, come molte altre simili, ed egualmente rilevanti, che coinvolgono i neutrini - sottolinea la professoressa Cecchi -. L’analisi dei dati ha sottoposto le ricercatrici e i ricercatori ad un vero proprio tour de force durato due anni. La qualità del lavoro e l’interesse dei risultati testimoniano la maturità della collaborazione e ci rendono ottimisti e motivati nell’affrontare le sfide del prossimo futuro".
Già dai primi mesi del 2024, conclude l'Unipg, "l’acceleratore SuperKekb riprenderà a produrre collisioni di elettroni e positroni dopo una pausa di un anno e mezzo, durante la quale sono stati anche implementati molti miglioramenti tecnologici sia nell’acceleratore, sia nel rivelatore Belle II".