INVIATO CITTADINO Ricordando don Dario Pasquini, fondatore della scuola popolare di Olmo
Grande educatore, uomo volitivo, religioso di alta spiritualità, ma soprattutto deciso difensore della categoria manzoniana degli “umili”. Questo, e molto altro, fu don Dario, ricordato con una mostra fotografica che ne illustra le opere e i giorni
Ricordando don Dario Pasquini, fondatore del “collegio popolare” di Olmo. Grande educatore, uomo volitivo, religioso di alta spiritualità, ma soprattutto deciso difensore della categoria manzoniana degli “umili”. Questo, e molto altro, fu don Dario, ricordato con una mostra fotografica che ne illustra le opere e i giorni.
Negli anni duri del dopoguerra – era il 1950 – don Dario fu punto di riferimento per l’educazione e la formazione di tanti ragazzi ai quali seppe fornire un’istruzione professionale, sicuro viatico per l’accesso ai canali di sviluppo artigianale e industriale della zona di Ellera, Corciano e centri viciniori. La Perugina, le Officine Piccini, il settore meccanico, cartografico… si alimentarono della collaborazione di quei giovani volenterosi e preparati.
Oggi, l’evoluzione e i tempi hanno fatto di quel luogo, voluto da don Dario, la sede di scuole di vario ordine e grado.
Nella presentazione è stato proposto un doppio filmato: il primo che ne ricostruisce la storia attraverso un convegno (clip, opera del collega Gino Goti) e un docufilm, realizzato dagli alunni della scuola Leonardo da Vinci, sede di Olmo.
La “scuola del popolo” fu prototipo di carattere politico, civile, formativo, tanto da affascinare – in tempi di don Camillo e Peppone – anche il mitico direttore Giacomo Santucci.
Don Dario inventò lo scuolabus: andava a prendere i ragazzi con un mezzo donato dalla Fiat. Lo chiamavano “macone” (ossia “anatra”, in dialetto perugino) per il suono del suo clacson. Quanti ragazzi, poveri e spauriti, ci sono saliti per andare ad esercitarsi su torni e circuiti elettrici, su macchine da cucire e motori.
Oggi tutto questo è documentato attraverso una mostra fotografica, aperta sotto le Logge della cattedrale.
Il cardinale Gualtiero Bassetti ha porto un breve saluto, riservandosi di visitare a breve la mostra. Il coordinatore Marco Terzetti, in sala San Francesco, ha passato poi la parola all’abate Giustino Farnedi, di cui oggi ricorre il 60.mo dal sacerdozio e il 15.mo anno di permanenza a Perugia, presso l’abbazia benedettina di San Pietro.
A seguire interventi di don Fabio Quaresima, parroco di Chiugiana, e di esperti del mondo della storia, dell’archivistica, della cultura: i dirigenti scolastici Maria Rita Marconi e Francesco Manno, Alba Cavicchi dell’Isuc, gli archivisti Francesca Ciacci e Fabrizia Trevisan, l’editrice Francesca Silvestri.
Un’esperienza – quella di don Dario – da ricordare e da incidere a lettere di bronzo nella memoria e nel cuore di tanti perugini.