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Nuova vita per lo storico caffè Morlacchi: restyling in corso, ecco le novità

Sparisce e risorge, come l’araba fenice, il Caffè Morlacchi… più bello e più attraente che prima, per la gioia di universitari e cittadini

Sparisce e risorge, come l’araba fenice, il Caffè Morlacchi… più bello e più attraente che prima! Quando l’amico antropologo Paolo Bartoli ne ha dato notizia, all’Inviato Cittadino si è stretto il cuore. Ma come? Sparisce quel luogo vissuto intensamente da generazioni di studenti e professori? La clientela elettiva era proprio questa, data anche la vicinanza con Palazzo Manzoni e Palazzo Florenzi, l’adiacenza alla biblioteca interdipartimentale dell’ex Gelsomini. Insomma, la popolazione universitaria della Vetusta era tutta lì.

Ci abbiamo passato ore a giocare a carte e a bigliardo, ai tempi della gestione Giacchetta (padre dell’attuale titolare del Caffè dentro il teatro Morlacchi). Poi le letture, le chiacchiere, la musica, gli amori. Che tutto questo venisse cancellato con un colpo di spugna di carattere edilizio, e con cambio di destinazione d’uso, rattristava non poco gli ex utenti.

Ma, calma e gesso. La telefonata col direttore dei lavori, nonché progettista, geometra Simone Faluomi, ha rassicurato, fornendo gli opportuni chiarimenti. Intanto, la prima buona notizia consiste nel fatto che si sta procedendo all’accurata rimozione delle superfetazioni accumulate nel corso dei decenni. Per fare un esempio, varie pavimentazioni, costruite una sull’altra, hanno impropriamente rialzato il piano di calpestio. Ora gli operai stanno demolendo, anche al fine di rifare gli impianti e dare respiro al tutto, mediante una pavimentazione con base areata.

Seconda ottima notizia: si riapriranno gli accessi sul lato biblioteca. In tal modo gli addetti potranno passare per lì, senza impattare la pubblica via. E sarà più comodo e funzionale anche per la clientela. Il restyling sarà dunque finalizzato al possibile recupero delle architetture originarie.

Va ricordato che quei locali sono quanto resta della demolita chiesa di Santa Maria degli Aratri, così chiamata perché nell’adiacente piazza degli Aratri (oggi Cavallotti) si vendevano attrezzi agricoli. La chiesa era anche detta Santa Maria in Campo d’Orto. Il suo campaniletto a vela è stato smontato e trasferito sotto San Francesco al Prato, nella chiesetta di San Matteo in Campo d’Orto, detta anche “dei barbieri”.

Dunque quei locali hanno origini antichissime e dignità storica. Tanto che l’attuale intervento è gradito ai cultori della peruginità. E in primis a chi scrive. Noi, antichi fruitori di quello storico locale, potremo tornare a frequentarlo. Insomma: il Caffè cambia gestione, ma non destinazione. È morto il re: viva il re!

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