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Disabilità, dalla Regione oltre tre milioni per abbattere le barriere architettoniche: chi ne ha diritto

L'assessore Melasecche: "Garantire la piena vivibilità degli spazi pubblici e privati è un diritto di tutti"

 “L'eliminazione delle barriere architettoniche e degli ostacoli che impediscono la piena vivibilità degli spazi pubblici e privati è un diritto di tutti i cittadini sancito dalla Costituzione. Il fine comune da raggiungere deve essere quindi quello di progettare in futuro senza barriere e promuovere una cultura e una politica urbanistica che sappia tener conto delle necessità e dei bisogni di tutti i cittadini nelle loro diversità" Lo sostiene l'assessore regionale Enrico Melasecche che ha recentemente incontrato Comuni, l’Anci Umbria e l’Osservatorio Regionale delle persone con disabilità. 

"Dopo un lungo e paziente lavoro eseguito dalle Regioni e dal Ministero delle Infrastrutture - ricorda - è stato riattivato il finanziamento della Legge 13/1989 e previsto il finanziamento complessivo di 180 milioni di euro da destinare a tutte le Regioni e Province Autonome nel quadriennio 2017-2020, per le finalità della Legge 13".

All'Umbria per l’anno 2020 è stata attribuita la somma complessiva di oltre 3 milioni e 600 mila euro con la quale si potranno soddisfare tutte le domande presentate negli anni precedenti ed azzerare interamente il pregresso fabbisogno economico, non appena lo Stato renderà materialmente disponibili i finanziamenti decretati alle Regioni, per consentire il pagamento ai cittadini.           

Con la legge del 1989 sono state introdotte tre condizioni che devono essere rispettate sia negli edifici privati che in quelli pubblici: l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità.

 Per la realizzazione di opere direttamente finalizzate al superamento e all'eliminazione delle barriere architettoniche in edifici già esistenti, sono previsti contributi a fondo perduto, che comunque non coprono il 100% della spesa sostenuta.

Hanno diritto al contributo: I disabili con menomazioni o limitazioni funzionali permanenti di carattere motorio e i non vedenti; coloro i quali abbiano a carico persone con disabilità permanente; i condomini ove risiedano le suddette categorie di beneficiari ed i centri o istituti residenziali per i loro immobili destinati all'assistenza di persone diversamente abili.

 La domanda di contributo può essere presentata dalla persona diversamente abile oppure dall'esercente, la potestà o la tutela sul soggetto avente diritto al contributo.

La domanda va redatta su un modulo apposito e presentata al Sindaco del Comune in cui è situato l'immobile dove si intendono eseguire i lavori.

I lavori devono essere eseguiti sempre dopo la presentazione della domanda di contributo al Comune. L’esecuzione preventiva dei lavori rispetto alla presentazione della domanda fa decadere il diritto al finanziamento.

 I cittadini possono presentare la domanda al Comune ove è situato l'immobile in qualsiasi momento, ed alla scadenza dell'1 marzo di ogni anno, il Comune redige la graduatoria comunale entro i successivi 30 giorni ed invia il documento all'Ufficio regionale competente. Il documento riassume lo stato di attuazione della L. 13/89 ed il Comune vi riporta tutti i cittadini che hanno presentato domanda e l’equivalente fabbisogno economico complessivo.

La Regione determina in base alle domande, il fabbisogno regionale. La Giunta Regionale approva il fabbisogno complessivo ed invia la richiesta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti competente per l'assegnazione dei contributi necessari a ricoprire il fabbisogno regionale.

Le domande non soddisfatte nell'anno in corso per insufficienza di fondi, restano comunque valide per gli anni successivi.

 Al momento della comunicazione di assegnazione del contributo alle persone aventi diritto, i Comuni fissano il termine, non inferiore a 6 mesi, entro cui il beneficiario del contributo deve presentare le fatture quietanzate dei lavori eseguiti.

Il termine può essere prorogato, previa presentazione, in carta semplice, delle istanze motivate del beneficiario.

 

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