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Arte e bellezza: c'è tanta Umbria nel documentario per i 500 anni dalla morte di Raffaello

Molte scene girata anche a Perugia (Cappella San Severo, Villa San Martinello), Città di Castello, Gubbio e altri luoghi, "Raffaello. Il genio sensibile", condotto da Luca Tomìo, in onda stasera su Rai Tre. Il dietro le quinte dell'ar

C’è un bel pezzo di Umbria e di Perugia nel documentario su Raffaello che verrà trasmesso stasera su Rai Tre. Non solo perché il maestro urbinate ha lasciato tracce importanti a Città di Castello e a Perugia (secondo alcuni storici dell’arte anche a Gubbio), ma perché parte del documentario è stato girato proprio nel capoluogo dove Luca Tomìo, critico e storico dell’arte, si è aggirato per la città, accompagnato oltre che dalla troupe, dall’artista Massimiliano MaMo Donnari e del professore Jacopo Caucci Von Saucken, che ha messo a disposizione la sua dimora storica, villa San Martinello, dove è stata girata una parte del docufilm.

mamo raffaello-2In occasione dei Cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio, oggi domenica 5 aprile 2020, alle ore 23.50, andrà in onda su Rai 3 il documentario prodotto dalla Sydonia Production. Il docufilm vede la regia di Luca Trovellesi Cesana, la sceneggiatura di Claudio Centioni, la consulenza scientifica e il ruolo di host dello storico dell’arte Luca Tomìo nonché la gentile partecipazione di Achille Bonito Oliva. E’ promosso dal Comune di Urbino e dalla Regione Marche, con il contributo del Servizio Turismo della Città metropolitana di Milano e la straordinaria partecipazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano.

Un viaggio di 90 minuti alla scoperta dell’universo dell’artista urbinate, il Divin fanciullo, che con la sua arte sigilla il Rinascimento italiano.

I luoghi rappresentativi delle opere di Raffaello ci condurranno a Urbino, Roma, Firenze, Milano, San Pietroburgo e la fondamentale tappa in Umbria e a Perugia dove Raffaello trascorse otto anni e realizzò lavori commissionati dalle donne della famiglia Baglioni: la pala degli Oddi, la pala Baglioni che avevano la loro collocazione nella chiesa di San Francesco al Prato e ora si trovano l'una nei musei Vaticani e l'altra alla Galleria Borghese. Importante il legame con Bernardino di Betto, il Pintoricchio, e con il suo maestro riconosciuto Pietro Vannucci.caucci raffaello-2

Il documentario si sofferma sul collegio del Cambio e sulla cappella San Severo, ma anche la chiesa di Monteluce dove Raffaello disegnò la pala di altare poi realizzata da Giulio Romano. Le riprese spazieranno hanno riguardato anche Città di Castello dove erano conservati lo Sposalizio della Vergine adesso a Brera e la Pala di San Nicola da Tolentino, smembrata in più musei (ma è rimasto il Gonfalone della Trinità). A Foligno, pur non essendo stata realizzata per la città umbra, era conservata la Madonna di Foligno, requisita dai francesi e poi rimasta ai Musei Vaticani.

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