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INVIATO CITTADINO "Primo Festival perugino della Canzone nel 1950, io c’ero"

Parla Umberto Marini, giornalista e scrittore, peruginologo di vaglia, autore di molte e qualificate pubblicazioni. Ci chiarisce le idee e dice una parola definitiva sulle fumosità della memoria collettiva

Primo Festival perugino della Canzone (1950), Io c’ero, ecco come andarono le cose. Parla Umberto Marini, giornalista e scrittore, peruginologo di vaglia, autore di molte e qualificate pubblicazioni. Ci chiarisce le idee e dice una parola definitiva sulle fumosità della memoria collettiva, spesso annebbiata dal tempo o da leggende metropolitane.

Ecco dunque i fatti come sono stati sufficientemente appurati.

Il Festival perugino si tenne ai Giardini del Frontone (e non al Pavone), in due distinte serate, in cui si riproposero gli stessi motivi in gara. Era la primavera inoltrata del 1950: quello di Perugia ha dunque la primazia sul Festival di Sanremo, andato in scena di un anno dopo.

Vinse ‘Notturno perugino’, cantato da Rino Salviati (e questo si sapeva), ma il motivo fu eseguito in coppia con Marina Bonfigli, prima moglie dell’attore Paolo Ferrari.

La canzone – contrariamente a quanto riportato sullo spartito, edito nel 1958 a grande richiesta – non è di intera paternità di Sergio Brugnoli.

La musica, infatti, è stata scritta da Cesare Cesarini (addirittura nel 1946), musicista originario di Passignano sul Trasimeno, ma trasferitosi a Perugia prima della guerra. “Venne, con la famiglia, al popolare rione della Conca, dove ebbi appunto modo di conoscerlo”, racconta Marini.

E prosegue: “Questo Cesarini era un fiero antifascista e, perseguitato dai fasci perugini, si trasferì a Firenze e non volle fare più ritorno nella città del Grifo. Divenne famoso, scrivendo, fra le altre, la canzone ‘Firenze sogna’, cantata da Carlo Buti e assurta a notorietà internazionale”.

Dopo la guerra – prosegue Umberto – il Comune di Perugia, a guida di sinistra, lo invitò per conferirgli la cittadinanza onoraria, caldeggiata anche dal Maestro Francesco Siciliani, anima della Sagra Musicale Umbra. Ma Cesarini – angustiato da tanti cattivi ricordi – rifiutò di rimettere piede a Perugia”.

Parte delle informazioni fornite da Umberto Marini sono anche contenute nel suo libro, ancora da presentare, dal titolo “La Conca e la sua anima”, Futura edizioni (300 pagine, euro 22). Il volume è impreziosito da un’amichevole prefazione del perugino Enrico Vaime, sodale di Umberto, e da una nota di Simona Marchini, dal titolo “Riflessioni”.

Non parlo per sentito dire. Ero al Frontone, come datore di luci. Con me c’erano Americo Caiani (padre di Sandro, futuro custode del Morlacchi) e Luigi Chiacchella” (padre della storica Rita, già docente dello Studium perusinum, ndr)”.

“Eravamo stati convocati – precisa – per dare una mano come esperti: infatti seguivamo abitualmente gli spettacoli al teatro comunale Morlacchi, in veste di elettricisti e datori di luci”.

Una testimonianza inoppugnabile, che sgombra il campo da tante incertezze.

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