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Martedì, 23 Aprile 2024
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Niente di personale contro l'elefante, ma una doverosa puntualizzazione... e Camicia si tira via qualche sassolino dalla scarpa

Qualche parola di chiarimento su quel mastodonte, collocato al centro della rotatoria intestata ad Aldo Piccini e che può piacere o non piacere: questione di gusti

“Niente di personale contro l’onesto pachiderma, ma qualche doverosa puntualizzazione”, dice Carmine Camicia, attivissimo vicepresidente della Commissione toponomastica del Comune di Perugia.

Già: qualche parola di chiarimento su quel mastodonte, collocato al centro della rotatoria intestata ad Aldo Piccini. Un Jumbo  dal rispettabile peso di oltre 14 quintali, che può piacere o non piacere: questione di gusti. Ma che, di sicuro, è costato parecchio all’azienda, oggi in mano a una società straniera. Così rispettosa e orgogliosa di essere subentrata a un personaggio di tal fatta, da aver investito somme consistenti allo scopo di onorarne il nome e la memoria.

Sul nome di Aldo Piccini – scritto e poi cancellato alla base del cerchio su cui insiste l’opera – c’è stata qualche incertezza. Inizialmente non c’era, quindi lo hanno scritto in lettere cromate, poi rimosse (si vedono ancora i punti di aggancio alla circonferenza metallica). Forse è stato bene così: quel nome era superfluo, almeno per chi conosca lo storico logo dell’azienda. E poi, scriverlo sotto l’elefante pareva quasi un siparietto di comicità involontaria.

Adesso c’è impegno a vergare il nome di Aldo su una targa, leggibile da persone a bordo di un mezzo in movimento. Anche se potrebbero bastare i quattro segnali, una per ciascun accesso alla rotatoria, che Carmine Camicia ha fatto apporre, dopo opportuna modifica al regolamento in materia. E c’è – da parte dell’azienda – anche l’impegno a manutenere la rotonda: sfalcio dell’erba e quant’altro.

Sta di fatto che è stato chiarito un irritante malinteso che vedeva come presunto oppositore proprio il promotore.

Dunque, il consigliere Camicia, invitato dall’attuale presidente dell’azienda, ha messo le carte in tavola.

I suoi apprezzamenti su Jumbo erano davvero sprezzanti?

“Ci siamo chiariti e voglio precisare una circostanza”, dice Camicia. “Sono stato personalmente promotore di quell’intestazione: Preparai io stesso il dossier e presentai la proposta in Commissione. Che presiedetti il giorno in cui quella proposta andò ad approvazione. Carta canta!”. Conclusione: “Figurarsi se posso avere da ridire su quell’intestazione!”.

Allora Jumbo le piace?

“Si era parlato di porre al centro un busto di Piccini, una scultura che lo ricordasse. S’intende: senza oneri a carico del Comune. Hanno scelto Jumbo e per me non è un problema. Lo scopo dell’intestazione, da me fortemente voluta, è stato comunque raggiunto. E corrisponde a verità il fatto che l’elefante fosse incluso nel logo. Pertanto: nulla quaestio

Allora che è successo?

“Semplicemente che, come in altre occasioni, sono stato io a scuotere l’albero e altri a raccoglierne i frutti”.

Che  vuol dire?

“Che l’operazione fu da me pensata, propiziata e decisamente voluta. Altri, poi, sono andati a farsi belli, con l’azienda e con la famiglia. Raccontando bufale, con atteggiamento ipocrita”.

Dunque “usurpazione” di merito?

“Se così vogliamo dire. Ma, al di là dei comportamenti dei singoli, ci sono le carte che non mentono. Meriti o demeriti, li valuteranno coloro che verranno. Quel che conta è ricordare un gran lavoratore, un artigiano imprenditore, uno che ha portato nel mondo il nome di Perugia. E tanto mi basta”.

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