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INVIATO CITTADINO Porta Pesa, sul terrazzo c'è Che Guevara

Accade al secondo piano di un edificio di via Enrico da Pozzo, poco sopra la Porta di San Simone

Che Guevara, piazzato su un terrazzo, controlla lo Slargo della Pesa. Ha in mano il sigaro ed è vestito in abbigliamento d’ordinanza. Accade al secondo piano di un edificio di via Enrico da Pozzo, poco sopra la Porta di San Simone. Foto e notizia provengono dall’osservatore cittadino Gianluca Papalini, che ringrazio.

Da lì, il “Che” controlla l’accesso dei bambini al Santa Croce. Da lì nota gli spostamenti dei pusher (in drastico calo) e dei cinesi (in significativo aumento). Il manichino è a dimensioni naturali ed è orientato verso la Pesa. Deve trattarsi dello scherzo di qualche studente, almeno a giudicare da quanto si può arguire dall’esterno. Insomma: nessuna connotazione politica. Sebbene, tornando alla storia antifascista della zona, una pennellatina di ideologia non ci sta male.

Facciamo un piccolo amarcord. Erano gente della Pesa quelli che vergarono le scritte antiregime, fatto per cui ci fu chi venne torturato e ucciso nello scannatoio di via Floramonti (una lapide lo ricorda). Si diceva (bufala colossale!) che fossero stati quelli della Pesa a convincere le donnine di via del Prospetto a mostrare scarso entusiasmo verso i “marciatori”, scesi dal Brufani per l’ultimo sfizio prima di partire per la capitale.

Della Pesa era Argentino Pagliacci che teneva osteria, tacciata di essere “covo di comunisti”, nel futuro “palazzo della vergogna”. Un po’ era vero, ma ricordo che ci andavano artigiani e operai a mangiare il “quinto quarto” (le economicissime frattaglie) delle bestie e a bere un bicchiere di vino.

Della Pesa era (il poi senatore della Repubblica) Raffaele Rossi che nascondeva volantini e qualche scassato fucile nell’orto di corso Bersaglieri, dietro la muraglia del Monmaggiore di viale Sant’Antonio (una volta me lo mostrò, con amicizia e tanta autoironia).

Ricordi e frammenti di storia che quegli studenti non possono sapere. Niente di ideologico, certo. Solo esaltazione di un personaggio simbolo che non cessa di affascinare le menti e scaldare i cuori di tanti giovani idealisti. Come il “Che”. Forse.

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