rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Attualità Centro Storico

Piazza Danti un "garage a cielo aperto", ma non è un parcheggio. L'analisi dell'urbanista Mauro Monella

"P" come piazza e luogo di socialità, non "P" come parcheggio..."Le piazze,destinate a luogo di incontro e di relazione, sono sempre più ridotte perché privatizzate dalle automobili"

Una battuta (parafrasando il Pater Noster alla rovescia), che rivela un’incontestabile verità: “Anche oggi abbiamo ricevuto il nostro veleno quotidiano”. Parla Mauro Monella, architetto urbanista, infaticabile fustigatore dei vizi amministrativi della Vetusta. Specie in materia di inquinamento e conseguenti danni alla salute. Parla a margine dell’inutile “Consiglio aperto” di ieri sul problema della mobilità urbana.

Nel riportare uno scatto in piazza Danti, con un ingorgo al limite del credibile, osserva: “Tante macchine tutte insieme non si vedevano da tempo, hanno invaso la città e l’hanno trasformata in un gigantesco garage”.Poi l’elenco dei luoghi incriminati: le piazze Italia, Matteotti, Danti, Piccinino, massicciamente invase da gas di scarico, destinati a  finire nell’aria che respiriamo.

Precisa: “Dalle marmitte delle nostre automobili esce una miscela di sostanze velenosissime: monossido di carbonio, benzene, benzopirene, ossido di azoto, ossido di zolfo”. Come dire? Un campionario di sostanze con elevata proprietà cancerogena. A concentrazione così alta da far stramazzare al suolo un elefante.

Da qui la domanda retorica (ossia quella che ha già in sé una risposta implicita): “Vale la pena di mettere a rischio la nostra salute per lo smog e per l’abuso dei motori?”.Poi, l’autorevole esponente di Italia Nostra fa una digressione storica: “Che fine ha fatto la Perugia elogiata da tanti come città laboratorio della mobilità alternativa?”.

Concludendo: “Ahimè! siamo tornati alla libera circolazione delle automobili. Un salto nel buio a favore di una irresponsabile politica funeraria. Tutti preoccupati per il giro-vita, ma nessuno disposto a limitare l’uso della propria auto”.Altra domanda: “Cosa preferiamo P come PIAZZA o P come PARCHEGGIO?”.

Infine ricorda che le piazze, “originariamente destinate a luogo di incontro e di relazione, sono sempre più ridotte perché privatizzate dalle automobili. Per la socialità, ci rimangono i centri commerciali della periferia, i piatti e desolanti non-luoghi”.

“Abbiamo bisogno urgente di provvedimenti e strategie operative per il recupero e la rivitalizzazione degli spazi pubblici quali àmbiti di relazione. La città è un bene comune che tutti hanno il diritto di vivere”. Infine un’enunciazione di principio: “Non si possono vantare credenziali green, e poi giustificare un uso sciocco e indiscriminato dell’automobile privata”.

Che fare? “Organizziamo un flash mob, con mascherine e fischietti, davanti a Palazzo dei Priori. Alziamo la voce per promuovere lo stop all’andirivieni motoristico, se non vogliamo che Perugia perda altro valore e che i suoi cittadini incolpevoli vivano una dimensione malata della società e della positiva socialità”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Piazza Danti un "garage a cielo aperto", ma non è un parcheggio. L'analisi dell'urbanista Mauro Monella

PerugiaToday è in caricamento