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Martedì, 16 Aprile 2024
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Il Comune regala alla Vetusta il suono della Viola nell’imminenza del compleanno del poeta perugino Claudio Spinelli

Così è chiamata la campana maggiore di San Francesco al Prato, merito dell'assessore Calabrese che nei giorni scorsi si è inerpicato sul campanile

Il Comune regala alla Vetusta il suono della Viola, nell’imminenza del compleanno del poeta perugino Claudio Spinelli. Genetliaco che si avvicina: il poeta era infatti nato (proprio in via della Viola) il 12 giugno 1930, come ci ricorda nella sua splendida poesia “100 anni”. Ma spieghiamo subito, per chi non se lo ricordasse, che “Viola” è, per i perugini, il nome della campana maggiore di San Francesco al Prato. Capace di emettere un suono dolcissimo e prolungato.

Un miracolo, una meditata intenzione? Sarà forse un caso. Ma è stato scritto: “Caso è il nome di Dio… quando non voleva firmare”. Dunque non importa scoprirlo. Anche se è d’obbligo attribuire il merito dell’estemporanea iniziativa all’assessore Francesco Calabrese che ha rotto i sigilli, si è inerpicato sul campanile e si è tolto questo sfizio.

Sta di fatto che Perugia ha potuto riascoltare il suono della Viola, la campana più melodiosa di San Francesco al Prato, quella che faceva commuovere il grande Claudio al suono dell’Avemmaria e da lui celebrata nei suoi versi (“Ha na dolcezza, na malinconia / come la Viola n vèr l’Avemmaria”).

Come è (o dovrebbe essere) a tutti noto, Spinelli visse a lungo nella superiore via dell’Arco. Quella che la cocciutaggine dell’Inviato Cittadino e dell’Accademia del Dónca fece doverosamente ribattezzare “via Claudio Spinelli”.

L’altroieri, si diceva, si è deciso di verificare il suono attuale della Viola. Ed è stato un miracolo, dopo decenni di silenzio.

Gli addetti al restauro ci confidarono che da quel campanile dovettero rimuovere – con la pala! – quintali di guano di piccione depositati negli anni. Poi la ripulitura, la protezione con reti e dissuasori, il ritorno a un aspetto civile. Anche se la Viola porta ancora i segni di quelle piccionesche profanazioni.

Mariella Chiarini, direttrice artistica del Teatro del Canguasto (il Bicini), oltre che attrice e regista di conclamata peruginità, ci dice: “Francamente non l’ho sentita. Forse a quell’ora non ero a casa. Ma è di certo una gran cosa”. Poi ricorda: “I primi tempi che venni ad abitare in via del Poggio, confesso che quel suono mi tormentava, a ore per me poco decenti. Ma, ripensando alla pagina di Claudio, trovo che farla suonare ogni tanto sia una scelta di forte caratura affettiva e identitaria. Magari per annunciare la messa nella vicina San Bernardino”.

Dunque il fatto va celebrato e a un sincero innamorato di Perugia piace farlo dal più perugino dei quotidiani web: appunto, Perugia Today.

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