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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La storia del macellaio perugino Rinaldo Gerbi: da garzone a maestro

Una vita dedicata all’arte della carne nel centro storico di Perugia

Rinaldo Gerbi ha intrapreso il suo cammino nel mondo della macelleria a soli 14 anni e ha iniziato proprio nel cuore del centro storico di Perugia. Al tempo trasportava a piedi i vitelli al mattatoio comunale, situato nell’attuale sede della facoltà di Giurisprudenza, e si considerava un “garzone”.
Non si limitava alla vendita della carne ma abbracciava l’intero ciclo produttivo, dalla scelta dell’animale fino alla sua lavorazione finale.
Un impegno che ancora oggi, anche se sono cambiate le dinamiche lavorative, persegue con grande dedizione, occupandosi sempre di sapere chi alleva e come viene allevato l’animale, dichiarandosi assolutamente contrario agli allevamenti intensivi. 

La bottega di Rinaldo è un’istituzione a Perugia, aperta nel 1912 vicino alla chiesa del Gesù non ha mai cambiato destinazione d’uso. L’attività è stata gestita prima da Ciacci Cesare, nato nel 1901, poi da Romeo Barcaccia e infine da Rinaldo, diventato il titolare nel 1979. Da entrambi ha imparato il mestiere in quella macelleria che si chiamava “Beccheria e polleria”. 

Rinaldo, originario di Villa Pitignano dove tutt’ora risiede, è figlio di genitori aretini. La sua dedizione al lavoro è immensa continua a esercitare la professione con passione nonostante sia in pensione da ormai diciotto anni. 

Lavorare nel centro storico è per lui motivo di grande orgoglio, racconta che avrebbe potuto trasferirsi in periferia durante il boom economico, moltiplicando i suoi introiti, ma ciò avrebbe rappresentato un tradimento nei confronti dei suoi clienti. La scelta è stata quella di rimanere, privilegiando i rapporti umani piuttosto che il profitto. Il suo scopo è quello di condurre una vita onorevole e proseguire con l’attività sostenuto dall’energia dei giovani che lo affiancano, tra questi il figlio Francesco Gerbi, il suo socio Andrea Caponi e il dipendente Daniele. 

Solo il processo per l’omicidio di Meredith Kercher ha messo in discussione l’affetto di Rinaldo per il centro storico. La vicinanza al tribunale, con le tantissime persone che si accalcavano fuori dal palazzo di giustizia, rendeva arduo l’accesso in macelleria e inoltre scaricare la merce era davvero difficile. 

Gli occhi di Rinaldo hanno dunque assistito al cambiamento della società e dei gusti culinari, a tal proposito racconta: “Quando ho cominciato a fare il macellaio si usavano 38 grammi di sale per le salsicce, ora solo 24. Anche il pepe è diminuito da 8 a 4 grammi. Ecco uno dei tanti cambiamenti, la gente mangia in maniera più delicata”. 

Scherzando racconta poi di quanto sia stato difficile essere apprezzato dai perugini: “Ci sono voluti tantissimi anni ma dopo averli conquistati non li ho più persi. Ci sono clienti che mi chiamano ancora, affettuosamente, Rinaldino” conclude Gerbi dalla solita postazione, dietro il bancone della sua antica macelleria. 

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