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Città in festa per il patrono Ercolano, difensore di Perugia e custode dell'Università

Sabato e domenica celebrazioni religiose e appuntamenti culturali e musicali per fare memoria del santo che difese la città dai Goti

La Chiesa perugina festeggia il defensor civitatis, patrono della città e dell'Università, Ercolano, vescovo e martire. Un’occasione per richiamare i perugini a riflettere sull’importanza di non sciupare "un patrimonio inestimabile, come quello della nostra città, la cui protezione e custodia è dovere di tutti" sottolinea il cardinale Gualtiero Bassetti ricordando questa solennità molto sentita anche come "momento per rinsaldare il legame tra la comunità civile e quella ecclesiale, chiamate ad operare insieme per il bene comune, raccogliendo le sfide di una città sempre più multiculturale dove non mancano esempi di dialogo, integrazione e solidarietà".

Le celebrazioni si terranno nella chiesa a lui intitolata e avranno inizio sabato 9, alle ore 11, con la messa presieduta dal vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi insieme al rettore di Sant’Ercolano don Francesco Benussi e ai parroci della città. Nel pomeriggio, alle ore 18, si terrà il concerto de “I Madrigalisti di Perugia”.

Festa di sant'Ercolano, vescovo e martire

Domenica 10, alle ore 10.30, il cardinale Bassetti presiederà la celebrazione eucaristica alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni civili e dei membri della storica e benemerita opera laica di carità del “Sodalizio di San Martino” (risalente al secolo XVI), proprietaria della chiesa di Sant’Ercolano (splendido edificio a forma ottagonale del secolo XIV). Nel pomeriggio, alle ore 17, sempre in Sant’Ercolano, si svolgerà l’incontro culturale dal titolo: “Dal Bonfigli al Regnaud. Le trasformazioni di una chiesa”, promosso dall’associazione “Radici di pietra”.

In serata, alle ore 19.15, nella chiesa dell’Università, si terrà la messa per il mondo accademico celebrata da don Riccardo Pascolini, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, che al termine consegnerà a ciascun laureato nell’ultimo anno una lampada con l’effige del patrono, come segno della propria vocazione cristiana ad essere “luce del mondo” nella vita e nella professione.

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