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Domenica, 28 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Quando il pentagramma incontra la tavolozza

Alla Penna si 'ascoltano' i quadri di Gerardo Dottori

Quando il pentagramma incontra la tavolozza. Alla Penna si ‘ascoltano’ i quadri di Gerardo Dottori. Straordinaria performance dei frequentatori dei laboratori musicali di Giò (di Gioia e Federica Fruttini) che offrono parole e musica ispirati alla produzione del Maestro dell’Aeropittura.

Fascino dell’arte come valore aggiunto. E come innesco per l’ispirazione musicale vocale e strumentale. 

FOTO - Alla Penna si 'ascoltano' i quadri di Gerardo Dottori


(foto Sandro Allegrini)

Ieri un percorso che, dall’Antica strada romana e alle sale dottoriane, fino al Saone Apollo, ha rivelato talenti di rango. Brillante l’idea, convintamente assecondata dall’Assessore alla Cultura del Comune di Perugia Leonardo Varasano che ha avuto parole di sincero apprezzamento. Era presente anche il Maestro Giuman, figura di prestigio internazionale nel campo artistico, che è stato anche un attivo praticante dell’arte chitarristica.

Il percorso si è dipanato con “studiatissima” naturalezza attraverso le sale dottoriane. Ha funzionato l’abbinamento fra le opere e i pezzi eseguiti, strumentali o vocali, con accompagnamento musicale o a cappella.

Tutti bravi. Insuperabile, ad esempio, l’abbinamento fra l’opera “Flora” e “Natural woman”. Incantevole la coppia “Lago umbro” e “Moon river”.

Ma tutti hanno dato il meglio di sé, con visibile gaudio delle Maestre Gioia e Federica Fruttini. Ce n’è stato per tutti i gusti: dal classico al pop, dal rock al jazz.

I nomi dei giovanili talenti: Romina Celi, Alessandro Luci, Matteo Malfagia, Raffaele Melloni, Lou Nathalie Morelli, Mario Proietti, Letizia Tondini, Lucrezia Vagnetti. È facile preconizzare la circostanza che di alcuni di loro sentiremo ancora parlare.

Menzione particolare al GJ Quartet con Cesare Guerrini, Giacomo Laureti, Federico Malfagia, Manrico Marcagnani. Il poker di talentuosi musicisti è seguito dal Maestro Pietro Paris.

Un vero regalo alla città. Anche per dimostrare che di talenti veri ne abbiamo tanti a casa nostra. E che le nostre scuole di musica private non hanno nulla da invidiare alle blasonate istituzioni musicali che si fregiano di immagini e contributi provenienti dalle tasche di tutti.

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