Ospedale di Perugia e scarpe da corsa: il medico-corridore taglia il traguardo delle cento maratone
Una vita scandita dall’insegnamento ai futuri camici bianchi e dalla assistenza ai pazienti della struttura di Microbiologia del Santa Maria della Misericordia, ma anche da una attività sportiva che gli ha regalato tantissimi trofei
Una vita scandita dall’insegnamento ai futuri camici bianchi e dalla assistenza ai pazienti della struttura di Microbiologia del Santa Maria della Misericordia, ma anche da una attività sportiva che gli ha regalato tantissimi trofei. Stefano Perito, docente universitario di origini calabresi, naturalizzato perugino (“sono arrivato da Cosenza all’età di 18 anni ,prima residenza alla Casa dello studente in Via Innamorati”, ricorda ) ha tagliato il traguardo delle 100 maratone.
Trenta anni di attività amatoriale sulle strade dell’Umbria, ma anche all’estero, con la partecipazione a ben quattro maratone di New York , che nella bacheca dei ricordi trovano un posto speciale. Allenamenti in palestra e al Percorso verde di Pian di Massiano per onorare al meglio l’impegno della domenica e difendere i colori della Società Podistica Avis- Perugia. Ricorda il professore: “Ho iniziato a correre nel 1988, partecipando alla maratona Todi-Massa Martana-Todi, ma solo dodici anni dopo, a Bastia, ho realizzato la migliore performance : 2 ore e 58’ per percorrere 42,195 km”.
In occasione della centesima maratona ufficiale cui ha partecipato, quella di San Valentino, a Terni nello scorso mese di febbraio, la sezione Avis di Perugia gli ha attribuito una targa ricordo. “Negli anni – dice il maratoneta che non usa l’ascensore neppure quando deve salire al 8° piano dell’ospedale– direttamente o indirettamente ho convinto tanti amici sui vantaggi che si ottengono nel praticare l’attività fisica. Se ancora oggi la passione è rimasta la stessa è proprio perché i vantaggi si toccano con mano. Noi medici abbiamo un obbligo in più , indicare corretti stili di vita e con l’esempio è il sistema migliore. La maratona è attività individuale, ma di solito ad allenamenti e gare si partecipa in team. In due o più atleti con il tempo ci si conosce bene, un incoraggiamento, un consiglio di un compagno sono spesso un toccasana. Da anni i miei compagni di avventura sono i magistrati Giuseppe Petrazzini e Simona Di Maria, il farmacologo Carlo Riccardi, il luogotenente dei Carabinieri Ruggero Ferretti e l’agronomo REnzo Torricelli . Insieme a loro si superano le difficoltà dei percorsi più impervi”.